MATTEO NACCARI
Editoriale
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Ex grandi opere

La lista dei sogni è sempre stata lunga: il Passante di Bologna (allargamento di tangenziale e autostrada), la Cispadana (nuova autostrada tra Reggio e Ferrara), la bretella autostradale tra Campogalliano e Sassuolo e l'allargamento a quattro corsie dell'A14, sempre tra Bologna e il raccordo per Ravenna. Tutte grandi opere che da decenni appunto sono sogni irrealizzati dell'Emilia-Romagna. Proprio per questo, dopo il cambio al vertice anche in Regione, con l'insediamento del nuovo governatore Michele de Pascale, si aspetta una presa di posizione definitiva sul loro futuro. Bene, alcuni interventi per la quarta corsia sull'A14 sono in corso, si vedrà dove arriveranno, mentre il nuovo bando per la concessione dell'Autobrennero potrebbe aprire scenari positivi per le due infrastrutture che insistono su Modenese e Reggiano. Tutto tace invece sul Passante. Insomma, dopo decenni sarebbe bene capire se su queste grandi opere (ormai ex, forse) c'è la volontà di insistere o se è meglio valutare alternative, ad esempio potenziando anche le infrastrutture ferroviarie in una regione dove ad esempio i collegamenti verso il mare e le zone interne dell'Appennino sono rimaste indietro nel tempo. Per realizzare, ad esempio, Passante e Cispadana servirebbero miliardi di euro e conoscendo poi i tempi della burocrazia si rischierebbe di non arrivare mai in porto. Il problema è che negli ultimi anni (tanti) si è fatto affidamento sulla lista dei sogni (irrealizzabili) e non si è pensato a un modello di viabilità alternativo, come dimostrano gli ingorghi quotidiani nel nodo di Bologna, i problemi di spostamento verso il mare e i disagi per i tanti pendolari. A questo punto quindi meglio darci un taglio: sarebbe più onesto e in prospettiva più vantaggioso (si spera) per i cittadini.