E venne il giorno. Il titolo è rubato da un film apocalittico di M. Night Shyamalan, in cui la Natura si ribellava all’uomo. Non è il caso di essere così tragici, ma di sicuro lunedì segna l’inizio della fase più impattante dei cantieri del tram e, di conseguenza, di un’estate più che caliente per i bolognesi. In particolare, con l’arrivo dei lavori in via Indipendenza (lato piazza XX settembre) e via Ugo Bassi e l’estensione di quelli già esistenti in via Riva Reno, nell’area tra la rotonda di piazza Azzarita e via San Felice, i cantieri della Linea Rossa invadono il cuore della città.
Dalla periferia – le zone di San Donato e Fiera, da un lato, Borgo Panigale, dall’altro – ruspe, macchine asfaltanti e operai si spostano quindi nella vetrina della città, con disagi e ripercussioni inevitabili. Le grandi opere, è legittimo e anche logico, vanno fatte d’estate, ma ormai – a parte pochi giorni a metà agosto – Bologna non si svuota mai del tutto: tanti i lavoratori che, visto che i ritmi delle attività sono cambiate e le vacanze si fanno anche fuori stagione, saranno costretti a slalom e code fra guard rail, divieti e dissuasori. E così anche i turisti – tantissimi – che visitano la città e che si troveranno di fronte a una geografia del centro forzatamente in mutamento. A settembre, poi, toccherà a piazza dell’Unità e zona Corticella.
A questo, poi, si aggiunge il cantiere della Garisenda, altra area ’condannata’ a una cantierizzazione che durerà anni: tutto il tempo necessario a mettere la ’grande malata’ in sicurezza e, poi, a restaurarla per le generazioni che verranno.
Il nodo dei ristori per le attività colpite da questo ingorgo di cantieri diventa, per l’amministrazione, indifferibile, così come non sarà facile conciliare il doveroso tentativo di minimizzare i disagi con l’urgenza di finire i lavori in tempo per non perdere i fondi del Pnrr (scadenza indifferibile 2026).
Già, perché solo potendo usufruire poi del tram, i bolognesi potranno toccare con mano gli eventuali benefici del nuovo trasporto. In tutta questa messe di cantieri, solo uno - tra i più attesi dalle istituzioni e dai cittadini - è slittato: quello del Passante di mezzo. Un’opera di cui si parla da vent’anni e che, dopo innumerevoli cambiamenti, dovrà attendere ancora. Con la speranza che si tratti solo di un percorso destinato a riprendere al più presto.