Attaccare il governatore Stefano Bonaccini al grido di ‘Ha abbandonato l’Emilia-Romagna’ o ‘Pensa alla carriera e non alla regione’ è intellettualmente disonesto e controproducente. Bonaccini potrà non piacere, ma tutto si può dire tranne che non sia stato e sarà sul territorio. Pertanto, se il centrodestra vuole il ribaltone in viale Aldo Moro è meglio che inizi a concentrarsi su temi concreti e segua le indicazioni (preziosissime) che arrivano dal lavoro di Nomisma che vi abbiamo raccontato in questi giorni e che, di fatto, apre la lunga campagna elettorale che ci porterà al voto d’autunno. Guardate che i temi ci sono, eccome. E i dati, a partire dalla voglia di civismo e da risultati più bassi per il centrosinistra rispetto alle europee, dicono che la partita ha un favorito (il Pd) ma non un dominatore assoluto. Sono tre le aree su cui si giocherà la partita. La sanità, innanzitutto: non è un caso che in una regione evoluta come l’Emilia-Romagna, una regione dove la mobilità dalle altre regioni è alta, dove i servizi non sono un problema, si chieda comunque di più. C’è un tema di liste d’attesa forte, soprattutto nelle aree più lontane da Bologna. E c’è un tema di spese da razionalizzare: i bilanci delle Ausl non sono floridi, alcune storture si possono rivedere, penso alla spesa notturna per alcuni cau e al trattamento ancillare riservato spesso a pediatri e medici di base. Secondo fronte, la sicurezza: da Bologna a Ferrara, dalla Romagna a Modena, non è solo questione di ordine pubblico. Ma anche mancata ‘occupazione positiva di spazi’ e, spesso, legittimazione del degrado. Non si può fare spallucce e continuare a dire ‘So’ ragazzi’. Terzo fronte, l’ambiente: l’alluvione ha risvegliato molte coscienze e chiede un’attenzione nuova. Non solo a delocalizzare, ma a sistemare. Non si può scaricare sui cittadini, servono opere nuove. Si parte da qui, noi seguiremo la maratona per voi.
EditorialeÈ una partita che si deciderà sui temi concreti