Editoriale

E' il momento di investire di più sul turismo

Mi verrebbe da dire che non è tutto oro ciò che luccica. Santifichiamo sempre l'Emilia Romagna felix come una regione che dal punto di vista economico va a gonfie vele, eppure dopo aver letto il rapporto regionale di Bankitalia ci accorgiamo che la crescita passa dall'1,1% allo 0,4%. Quindi un passo indietro, non uno avanti. Mi pare che dobbiamo preoccuparci e chiederci perché a questo giro i numeri ci penalizzano. Anche da queste parti bisogna rimboccarsi le maniche.

Roberto Pastorelli  

Risponde Beppe Boni

Partiamo da un presupposto. Quando davanti alle cifre si legge un più bisogna mantenere il sorriso. L'economia dell'Emilia Romagna cresce dello 0,4% rispetto al 2023 quando si registrò un +1,1%, quindi si nota un piccolo calo. Succede, ma nel quando di un'economia nazionale che vede scendere l'inflazione e aumentare l'occupazione le cose non vanno poi così male. Bankitalia dalla sede di Bologna ha illustrato le cifre del rapporto - economia alcuni giorni fa dal quale si evince che edilizia, servizi e turismo trainano la locomotiva regionale. Soprattutto il turismo fa registrare una crescita del 3,6% con un sensibile aumento dei visitatori stranieri che apprezzano città d'arte come Bologna, Modena, Ravenna. Calano le esportazioni, ma in questo campo giocano soprattutto la crisi della Germania e in parte della Francia. L'industria emiliano romagnola soffre insieme al mercato immobiliare. Il turismo, con l'indotto che gli sta intorno, è invece il tema positivo che da qualche anno concede grandi soddisfazioni. Basta camminare nel centro di Bologna o analizzare i dati dell'aeroporto Marconi per rendersi conto che l'ondata di stranieri è presente tutti i giorni della settimana. E allora su questo tasto bisogna spingere ancora di più, investire in servizi e infrastrutture perché possono arrivare risultati ancora altrettanto positivi.

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