DAVIDE RONDONI
Editoriale
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La dura vita degli amanti della natura

Metti che uno, amando come si deve secondo ogni pensiero corrente la natura, se ne vada con figli e famiglia a vivere sui greppi (che non sono i colli dei benestanti). Greppi fino a poco tempo fa quasi del tutto disabitati tra casolari diroccati boschi, volpi, cinghiali, sopra Bologna e Sasso Marconi. E metti che continui ovviamente pur se lontano dal mondo cittadino a versare a quel mondo tasse nazionali regionali e comunali, ecco metti che uno faccia questa scelta e non per ritirarsi in un convento ma per continuare comunque a lavorare e a far studiare i figli, scendendo e risalendo per necessità dai suddetti greppi fino al piano, ecco mettete tutto questo e che le strade per vie di alluvioni, lavori infiniti, nuovi lavori, si blocchino progressivamente quasi tutte, obbligando a giri infiniti e raminghi e allungamenti, insomma mettete tutto questo e domandatevi: ma che deve fare questo abitante dei greppi? La zona sopra Pianoro, tra Bologna e Sasso Marconi ha tre delle quattro strade chiuse, via dei Colli, via di Sesto, via del’Ancognano. E quindi tali abitanti a cui va il plauso degli amanti (a parole) della natura, si pigliano le pernacchie delle Amministrazioni che li assediano con lavori simultanei e lunghi. Ai malcapitati verrebbe da abbandonare i greppi al destino di malora, e tornare a inurbarsi e sgasare insieme con tutti gli altri sempre in città. E a quel paese le balle di ’sti furbastri che si fan la foto attaccati a un albero o vanno in bici da 150 m in Piazza perché-io-amo-la-natura poi però se ne tornano agli attici con garage sotto casa. Ma avvisano l’uomo dei greppi che in città si deve andare ai 30 e ci sono i lavori per il tram. E allora decide che forse l’unica possibilità è andare in letargo, lasciare il campo a lupi, volpi, istrici, animali senza vergogna come pare anche taluni sindaci e assessori. Solo che il sonno te lo disturbano i loro esattori.