La vita è un dono, no? E donare resta un gran verbo, in continuo movimento. Diceva un presunto ‘materialista’ come Albert Einstein che “il valore di una persona risiede in ciò che è capace di dare e non in ciò che è capace di prendere”. Oggi parliamo di una donazione grande, immensa: quella degli organi. Scopriamo, qui a fianco, che una donna di 82 anni, morendo, ha salvato due persone che avevano bisogno di un rene e di un fegato. Il dolore e il lutto dei parenti della donna diventano anche gioia, sì, per ciò che si è riusciti a fare, a donare. Non è un caso isolato. In Italia, storie simili, si raccontano dodici volte al giorno e il numero è in costante crescita. Donare fa rima con amare, sperare. Non vincere: quello è un altro discorso. Non si vince la morte, non si vincono molte malattie. Ma Hunter Doherty Adams, detto Patch, ideatore della clownterapia, insegnava che ‘vinci sempre solo quando ti prendi cura di una persona ’.cA Forlimpopoli, in Romagna, durante un convegno, Romina Rossi, medico di cure paliative all’Hospice, cioè un luogo dove 99 volte su 100 si va a morire, raccontava: “Io non perdo mai, perché come medico posso prendermi cura delle persone fino all’ultimo secondo della lora vita”. Un altro medico, Walter Neri, ex primario di Neurologia, ha ricordato ai suoi colleghi: “Bisogna guardarli negli occhi i pazienti”. Infine Giovanni Amadori ha ricordato cosa faceva suo padre, Dino Amadori, l’inventore dell’Istituto Oncologico romagnolo, ora Irst, fiore all’occhiello a livello nazionale. “Ogni giorno, ogni santo giorno, papà scendeva dal terzo piano al piano terra, in reparto, per accarezzare i suoi pazienti”. Sì, accarezzarli.cEcco, donare vuol dire anche accarezzare, guardare negli occhi, prendersi cura di.… Vale per i luminari, per i medici, ma in realtà questa roba qui è alla portata di tutti, anche di noi poveretti qualunque. E ci può dare tanta, tanta forza.
EditorialeDonare, curare e accarezzare: i verbi più belli