MASSIMO PANDOLFI
Editoriale
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Decalogo ai 30 all’ora

Dieci pensierini ai 30 all'ora, l'argomento che spacca di questo periodo, partendo da Bologna. Sono pensierini sparsi e magari anche un po' confusi e spiazzanti. Leggeteli e mettiamoci tutti in gioco, senza partire da pre-giudizi.

1) La stragrande maggioranza degli essere umani è restia, per natura, ai cambiamenti. Ad esempio mezza Bologna fece le barricate, dieci anni fa, anche per i T-day che ora piacciono e credo nessuno vorrebbe tornare indietro.

2) Se vai in auto ai 30 all'ora si muore di meno che se vai ai 50. Ci sono studi e dati, ma credo che non servano scienziati per capirlo.

3) Aggiungo però (postilla al punto 2) che se vai ai 10 all'ora ti fai probabilmente ancora meno male. E dico di più: se vietiamo la circolazione non ci saranno più incidenti in auto. Poi penseremo ai motori, alle biciclette, ai monopattini e magari ai pedoni distratti dal telefonino. Fermando il mondo, sulle strade non morirà più nessuno.

4) A proposito di ridurre la velocità delle automobili, ma se ora vogliamo fare le città ai 30 all'ora, e nelle autostrade si viaggia al massimo ai 130, perché continuiamo a costruire vetture che arrivano anche ai 200 se non di più? Da rapida ricerca, e scusate se non sarà perfetta, mi risulta che solo nel Nepal, nell'Isola di Man e nello Stato indiano di Uttar Pradesh non ci siano limiti di velocità.

5) Ho letto che in molte città si viaggia già, in centro, anche ai 20 km all'ora di media. Se permettete, è un'idiozia. Nel senso che le medie non c'entrano nulla con i limiti di velocità. Anche in autostrada se c'è un ingorgo puoi fare il tragitto Bologna-Rimini in una mattina d'estate ai 40 km all'ora di media. Ma il limite è un'altra cosa.

6) Si sta esagerando. Non è vero che nei primi sette giorni di 30 all'ora a Bologna è successo il finimondo.  

7) Però non venitemi a raccontare che tutti i bolognesi sono andati ai 30 all'ora e non hanno sgarrato. Non è vero, non ci crede nessuno. Un esempio: via Murri. Per chi non è bolognese, via Murri è un'arteria importante, ampia, che parte da subito fuori le porte e i viali della città. Ecco, via Murri in certi orari si è sicuramente andati più forte dei 30 all'ora. E nessuno potrà mai controllare tutto e tutti. Va bene in centro (dove fra l'altro già in molte vie esisteva il limite dei 30 all'ora) ma ha senso avere i 30 all'ora in via Murri e in mille altre zone della città?

8) Buttiamo là una proposta al sindaco Matteo Lepore, che va avanti a testa bassa in questa battaglia coerentemente con i suoi programmi elettorali: perché non essere ancora più talebani dentro le porte (30 all'ora ovunque e magari isola pedonale ancora più ampia) ma tornare ai 50 altrove?

9) E comunque, caro Lepore, la sua, la nostra Bologna è una città troppo, troppo complicata a livello di viabilità. Parcheggi, traffico, caos. Multe continue. E, ci consenta, siete un po' troppo birichini con queste contravvenzioni che hanno portato la città ad essere, in proporzione al numero degli abitanti (e sì che in questo caso contano le medie...) la regina dei multifici d'Italia.

10) Ci piacerebbe tanto che, su questi temi, c'entrasse la politica, quella con la P maiuscola, e non la campagna elettorale. La politica con la P maiuscola guarda al domani e al 'fra dieci anni'. Un bravo sindaco costruisce oggi per non vedere in prima persona i risultati: li gestirà un suo successore. Da questo punto di vista Lepore, che può aver preso a seconda dei punti di vista una strada giusta o sbagliata, è sicuramente coraggioso. Ci prova.  Però, da entrambe le parti politiche, ci sono troppe furbate da campagna elettorale. Cioé: dici queste cose oggi, per avere un sondaggio migliore domattina. Chissenefrega del 'fra dieci anni'. Il problema vero è che viviamo in perenne campagna elettorale. Fra Comunali, Regionali, politiche nazionali, Europee e fra un po' ci inventeremo qualcos'altro, si vota sempre. E allora finiscono per fregarsene tutti o quasi del 'fra dieci anni'.