La lettera che il sindaco Matteo Lepore ha spedito pochi giorni fa al ministro Salvini sul Passante è solo l'ultimo tentativo di fare uscire dall'angolo un'opera finita nel dimenticatoio della politica nazionale.
Quello a cui stiamo assistendo in questi mesi, infatti, è il triste epilogo di un progetto nato male - dopo l'addio da parte degli enti locali al più sensato Passante Nord, a sua volta 'ostaggio' di un decennio di balletti e retromarce istituzionali e politiche - e gestito peggio. Vittima anche, suo malgrado, di congiunzioni difficilmente pronosticabili (dal governo gialloverde alla pandemia per Covid-19, fino all'inflazione delle materie prime che ne è seguita) quando nella primavera del 2015 l'allora premier Matteo Renzi firmò il via libera all'allargamento in sede di tangenziale e A14
Beninteso, non ci sarebbe da stupirsi se alla fine i 3 miliardi necessari saltassero fuori. Ma, in tutta onestà, è un traguardo non all'orizzonte in tempi brevi, tanto che sia Comune che Regione hanno detto di aspettarsi una risposta dal governo sull'opera entro l'estate, per poi decidere il da farsi. E visto che a giugno mancano ormai un paio di mesi e di missive sulla tratta Roma-Bologna non c'è traccia, meglio iniziare a concentrarsi su cosa verrà dopo il Passante di Mezzo.
Qui si gioca la vera partita politica, con parte del centrodestra (Fratelli d'Italia in testa) che spinge per il Passante Sud, unica opzione mai seriamente presa in considerazione fin qui (soprattutto perché presuppone un non facile passaggio sotto la collina), e il Comune che tenta di portare a casa, più che l'allargamento del nodo bolognese tout court, almeno le tanto agognate opere 'green' collaterali. Nonché qualche investimento in più sul fronte della sicurezza.
Insomma, visti i chiari di luna dell'economia globale, tra dazi e Borse in picchiata, e le nuove priorità di spesa da parte del governo (vedi alla voce: riarmo), è difficile pensare che ci saranno grandi progetti a riempire lo spazio di un sempre più possibile dopo-Passante. Già qualche intervento minimo per sistemare un nodo così cruciale e congestionato come quello di Bologna, non sarebbe, alla fine, un risultato da disprezzare.