Comunque vada, sarà un successo. Nel derby (poco culturale e molto elettorale) umbro-marchigiano formato pastrocchio delle candidature a Capitale europea della cultura 2033 succede addirittura che l’ubiqua Urbino stia sia dall’una che dall’altra parte: con la marchigiana Pesaro, Capitale italiana della cultura 2024 in procinto di lanciare la candidatura bis in chiave europea e in perfetta solitudine, ma anche con l’umbra Norcia e la sua Civitas Appenninica, con la quale invece s’è schierata a sorpresa nientemeno che la Regione Marche, peraltro non solo formalmente (una delibera di giunta “senza impegno di spesa”), ma infilando in bilancio un contributo “manina” di 40mila euro direttamente al Comune umbro. Appunto. Ecco una storia in cui non si capisce più nemmeno chi sta con chi e perché, anche se forse in fondo è molto più semplice di quel che sembra. Basta mettere insieme la corsa verso la Capitale europea 2033 e le elezioni regionali del 2025 (o 2026), poi aggiungere un po’ di immancabile campanilismo, un’abbondante spruzzata di polemiche ed ecco un bell’antipasto di elezioni.
Se ne sta mangiando in quantità nelle Marche, in questi giorni, da quando s’è scoperto che la Regione guidata dal centrodestra ha deciso di sostenere la candidatura di Norcia, se non altro perché si dà il caso che da anni anche Pesaro e Urbino abbiano annunciato l’intenzione di candidarsi per lo stesso traguardo del 2033. Legittimo (e forse scontato), alle latitudini dell’ultimo fortino rosso dal quale il Pd sogna la “remuntada”, chiedersene il perché. Una spiegazione ufficiale c’è: Norcia si candida con il progetto della Civitas Appenninica, che coinvolge territori dell’entroterra non soltanto dell’Umbria, ma anche dell’Abruzzo e delle Marche. In buona sostanza, l’area colpita dal terremoto del 2016. Poi però c’è anche una spiegazione ufficiosa: il deus ex machina dell’operazione Norcia è Gian Mario Spacca, proprio lui, l’ex governatore tornato al centro del dibattito politico, che centrodestra e centrosinistra sembrano contendersi come fidanzatini gelosi. È a lui che l’eurodeputato dem Matteo Ricci – già sindaco di Pesaro e candidato in pectore del centrosinistra – ha lanciato l’appello a tornare nel futuribile campo largo dal palco della festa Pd di Pesaro davanti a Matteo Renzi. Ed è sempre lui che compare in una ormai famosa fotografia con la trimurti del centrodestra marchigiano (Acquaroli, Carloni e Castelli) proprio in occasione del lancio della candidatura di Norcia. Sarà anche vero che due indizi non fanno una prova, ma non è nemmeno un caso che la temperatura dello scontro politico stia salendo vertiginosamente, e con quali interpreti, i principali.
“Sono miopi e mettono sempre la ragion di partito davanti all’interesse istituzionale – tuona oggi proprio Ricci all’indirizzo del centrodestra, rompendo un silenzio durato giorni –. Siccome Pesaro non è del loro colore politico, l’hanno snobbata facendo un danno al resto delle Marche”. E ancora. “Le candidature ufficiali vanno fatte nel 2027 e approvare oggi una delibera da 40mila euro per una città di un’altra regione è surreale”, o meglio “è frutto della paura”. “Ecco – affonda Ricci –, hanno talmente paura di perdere le elezioni che credono di costruire un’alleanza per il futuro (con Spacca, ndr) con queste decisioni estemporanee, ma il futuro si costruisce con una strategia e idee per rilanciare una regione che rischia il declino economico e sociale”. Dicevamo dell’antipasto di regionali? Ma attenzione, da giorni agli atti c’è anche una precisazione subitanea di Acquaroli, che ha voluto allontanare da sé il sospetto di fare il tifo per Norcia pur di non tifare per Pesaro. “Siamo sempre a disposizione per condividere iniziative a supporto delle nostre comunità – ha scritto il governatore –, come abbiamo fatto con le altre regioni del centro Italia per la candidatura della Civitas Appenninica, un lavoro iniziato oltre un anno fa che ha visto la Regione formalmente coinvolta. Questa candidatura nasce da un’iniziativa interregionale per il rilancio delle aree del cratere sismico che ha la legittima ambizione di tornare a splendere e troverà la Regione Marche sempre al suo fianco”. Né poteva mancare lui, Spacca, il protagonista di tutta questa storia, che da buon democristiano a Ricci ha mandato a dire: “Uniamo le due candidature, Norcia e Pesaro”. Così, comunque vada, sarà un successo.