Editoriale

Cani e gatti come terapia in ospedale

Ho sentito dire da alcuni conoscenti che anche a Bologna in alcuni ospedali è possibile fare entrare i cani come progetto di terapia. Comprendo la buona finalità del progetto, ma mi chiedo se è opportuno, anche dal punto di vista igienico, che gli animali possano entrare in ambienti sensibili come una corsia di ospedale. Riconosco però che la compagnia di un cane risolve invece problemi di solitudine, soprattutto per gli anziani.

Roberto Romagnoli

Risponde Beppe Boni

I cani, si dice, sono i migliori amici dell'uomo. Aiutano a sentirsi meno soli, sono compagni fedeli che riempiono la giornata. Attenzione però, tenere un animale a casa come compagnia è un sacrificio, quindi bisogna essere motivati. Altrimenti meglio lasciar perdere. Non è obbligatorio avere un cane per amico. La Pet therapy negli ospedali, con le dovute cautele anche igienico sanitarie, invece è utile e diffusa in molte città, soprattutto nel Nord Europa. Ciò non cura una malattia, ma aiuta a superarla. Dal 1° gennaio 2025 all’ospedale Bellaria i cani e gatti addestrati per la Pet therapy e condotti da volontari saranno di casa. È la prima esperienza in Emilia-Romagna attivata a favore di malati oncologici adulti all’interno di un reparto ospedaliero. I pazienti parteciperanno ad incontri coordinati da professionisti specializzati. Potranno accarezzare e giocare con i cani e gatti, ciò migliora l’umore e favorisce il rilassamento psicologico per affrontare più serenamente il percorso curativo. La Pet therapy, infatti, agisce stimolando la produzione di ossitocina, nota come ormone del benessere. Un esperimento analogo è stato varato già l'anno scorso nel reparto di chirurgia pediatrica dell'ospedale Sant'Orsola ed ha messo in evidenza il rapporto speciale che può crearsi tra bambini e animali.

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