ALESSANDRO CAPORALETTI
Editoriale
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Bypass addio, il piano per l’alta velocità sulla linea Adriatica

“L’ipotesi non è più un’ipotesi”, può dire Francesco Acquaroli. Dal vertice in Regione col viceministro alle infrastrutture Galeazzo Bignami e l’ad di Rfi Gianpiero Strisciuglio il governatore delle Marche esce con la conferma che nei piani del governo c’è una nuova linea ferroviaria ad alta velocità (e ad alta capacità) sulla dorsale adriatica, Bologna-Ancona-Pescara-Foggia-Bari, in arretramento rispetto all’attuale, che tuttavia sopravviverà alla realizzazione della nuova tratta e sarà adibita al trasporto locale. L’orizzonte temporale non è breve (parliamo di anni, se non decenni) e infatti Acquaroli per il momento vede una “prospettiva” o “un punto fermo per il futuro” nella scelta di realizzare una nuova linea, abbandonando dunque il progetto di velocizzazione della linea esistente attraverso una serie di bypass, vedi quelli di Pesaro e San Benedetto (nelle Marche), avviato dal governo Draghi. Cestinare i bypass per una “soluzione strutturale era quello che avevamo chiesto”, conferma il governatore (all’incontro c’era anche l’assessore regionale Francesco Baldelli), anche se il nodo da affrontare, da qui in avanti, è soprattutto quello relativo alle risorse per un’infrastruttura del genere. Per costruire una nuova linea da Bologna a Bari, secondo i calcoli di Rfi, servono circa 60 miliardi di euro, a spanne almeno un terzo per le Marche, anche se per Acquaroli “si può ragionare per una serie di interventi a stralci” a seconda delle risorse a disposizione. Al momento uno studio di fattibilità calato soltanto sulle Marche non c’è ancora e la priorità è comunque di aggredire gli “imbuti” che contribuiscono a rallentare (se non paralizzare) la circolazione dei treni sull’Adriatica da Bologna a Bari, ad esempio il nodo Bologna-Castel Bolognese oppure quello di Foggia. Nell’analisi elaborata da Confindustria Ancona la realizzazione dell’alta velocità sull’Adriatica genererebbe 95 miliardi di Pil con la creazione di 144mila posti di lavoro. Tempo: 13 anni.