Bologna è una regola. La ami, intensamente, e a volte puoi anche odiarla, sì: ma l'indifferenza no, mai. Sotto le Due Torri, e quella che si chiama Garisenda è pure un po' sgangherata e pericolante, l'indifferenza non esiste.
Ti fa incazzare, Bologna, per i cantieri perenni (e speriamo che il futuristico tram resuscitato dal passato serva davvero a qualcosa), magari per i 30 all'ora, per il multificio pubblico attivo h 24, per le occupazioni e per la puzza di piscio nelle vie del centro e per... aggiungete pure voi tutto il resto.
Ma volete mettere il bello? Il brio, l'effervescenza, i cantieri, in questo caso non c'entra il tram, ma ci riferiamo ai cantieri culturali che ribollono e sfornano idee, uomini, campioni, storie, libertà. Come poche altre città fanno. Resta avanti Bologna.
Perché Bologna è una regola canta da una vita Luca Carboni. E oggi vogliamo proprio parlare di questo campione della musica e non solo della musica che ha compiuto 62 anni, fa un po' l'emerita a Savigno, paese dove si mangia fra l’altro un tartufo da dio. Ora a Luca hanno pure dedicato una mostra, s’intitola Rio ari O, come il ritornello di una sua canzone.
È una mostra splendida.
Una delle rarissime rassegne costruita attorno a un personaggio vivente. Ci sono racchiusi la sua musica, i suoi scritti, la sua moto,i suoi abiti, i suoi dipinti, i suoi quadri, le sue donne, la sua città. Tutto.
Un capolavoro, potete visitarlo al Museo della Musica in Strada Maggiore; poche decine di metri quadri, sì, ma un'esperienza bella e tempestosa. Lì dentro ti emozioni e ti scuoti, perché Luca Carboni, da quarant'anni canta, scrive, disegna e dice cose intelligenti, toste, umanissimamente vere.
Eccola la Bologna che non puoi non amare. La Bologna che è e resterà sempre una regola.