Vedo che recentemente si alimenta il dibattito su Bologna città del cibo che dal punto di vista turistico darebbe ombra alle bellezze architettoniche della città favorendo visitatori non proprio di alto livello. È difficile capire chi abbia ragione su favorevoli e contrari alla moltiplicazione di luoghi dedicati al cibo mordi e fuggi. Forse non ha tutti i torti però chi sostiene che sia alto il rischio di arrivare a identificare Bologna come città che ha perso la propria identità dal punto di vista della buona cucina.
Federico Righi
Risponde Beppe Boni
Bologna - campione è quella che è, il risultato non cambia. È una città di grande bellezza e attrattiva per i turisti soprattutto stranieri che ogni giorno (verificare per credere) riempiono il centro storico facendo contenti albergatori, ristoratori e baristi. Ci può anche essere una tavola calda in più che offre cibo non di grande livello (hanno diritto di esistere anche i turisti che vogliono spendere poco) ma il fascino della città rimane intatto con la meraviglia delle sette chiese di Santo Stefano, San Petronio, Palazzo Re Enzo e tutto il resto. Bologna comunque si conferma la capitale della buona tavola che tutti conoscono per i tortellini, il bollito, la mortadella da podio, le tagliatelle doc. Potremmo fare il nome di diversi ristoranti che conservano una qualità e un fascino da far invidia. Bologna - campione a tavola è una realtà certificata anche dalla guida Michelin: mantiene le stelle assegnate con cinque ristoranti confermati nell'Olimpo della cucina. C'è anche una tradizione che si rinnova nel tempo. Ascom - Confcommercio, per esempio, proprio nei giorni scorsi ha annunciato il rilancio del Matterello d’oro, l’evento dedicato all'arte di tirare la sfoglia, che in città manca dal 2011, inventato dal compianto Ivo Galletti, grande imprenditore dell'alimentare. Sfogline e sfoglini l’anno prossimo torneranno all'Antoniano per sfidarsi sulla sfoglia fatta a mano.