Le luci dei telefonini come nei concerti romantici e finalmente quel coro che sa di serenata. La quinta vittoria consecutiva fa esplodere il cuore e fa perdere la testa. E allora eccola, la Bulgarelli che apre le braccia a Thiago. "Portaci in Europa", gli cantano, mentre uno striscione lo invita sotto la curva. E’ il momento più emozionante di una serata che vede il Bologna volare altissimo con la quinta vittoria consecutiva, i quarantotto punti in classifica e il quarto posto solitario.
Al diavolo i pensieri sul futuro. Troppo bello questo momento, troppo bella questa squadra per non lasciarsi andare alla passione. Cede anche lui, l’hombre vertical Motta: ringrazia, applaude e si spinge fino ai cartelloni di fondo campo. No, sotto la curva non ci va: fedele a se stesso, indica ripetutamente i suoi giocatori, come a dire che sono loro i veri protagonisti. Poi si infila con le sue lunghe gambe nel tunnel degli spogliatoi e con la testa prende già la strada dei pensieri che portano alla partitissima del 3 marzo in casa dell’Atalanta. La squadra di Gasperini deve ancora scendere in campo e lo farà domani sera a San Siro: ma vuoi mettere il gusto di passare un weekend tutti soli nell’attico dei sogni?
Il successo del Dall’Ara è un’altra esibizione di gioco e certezze. La forza d’urto della meglio gioventù rossoblù fa paura perché non conosce pause, e soprattutto non conoscenze dipendenze. Con la Lazio erano stati decisivi El Azzouzi e Zirkzee, con la Fiorentina Orsolini e Odgaard. Ieri la copertina se l’è presa tutta Giovanni Fabbian col suo calcio fatto di muscoli e talento. Apre la gara con il quarto gol in campionato, un altro da bomber di razza quando al 27’ capitalizza un assist di Orso su pasticcio di Montipò sugli sviluppi di un corner. E la chiude sempre Fabbian con il cioccolatino per Freuler che deve solo scartare al 20’ della ripresa la sua prima caramella bolognese. Prima, durante e dopo, poco o nulla di un Verona che pure nelle ultime due gare aveva fermato Juventus e Monza. E, invece, gli scaligeri partono forte, ma scompaiono dopo lo stop di sette minuti causa infortunio dell’arbitro Abisso (poi sostituito dal quarto uomo Camplone).
Scompaiono perché la presenza di questo Bologna in campo è troppo schiacciante. Prende le misure a qualsiasi avversario, lo cuoce a fuoco lento e poi lo affumica. Ieri fuori Saelemaekers e Calafiori (diffidato e risparmiato per Bergamo) dentro Ndoye e ancora Lucumi, a conferma di una squadra dove tutti sanno recitare lo stesso copione e dove il gruppo può prescindere da qualsiasi singolo. Compreso quello Zirkzee che, sotto gli occhi del fratellino Jordan in tribuna, incappa forse in una delle serate meno ispirate. Ma poco importa. Le magie di Joshua serviranno a Bergamo, dove pure potrebbero tornare utili i numeri di Jesper Karlsson, ieri riapparso dopo un’assenza, che tra infortuni e scelte tecniche, durava dal 30 ottobre (Coppa Italia, proprio col Verona). Un boato ha accolto il suo ritorno: se Thiago recupera anche il suo dieci, l’Europa non gliela toglie nessuno. Anche perché il Bologna ha messo la quinta: ora tocca alle altre rincorrere.