Il cratere del sisma del 2016 come paradiso fiscale per i pensionati esteri: è la flat tax al 7% sui redditi incrementali per i pensionati che decidono di trasferirsi (portandovi la residenza fiscale) in uno dei 131 Comuni con meno di 20mila abitanti del cratere del terremoto dell'Italia centrale, che oltre alle Marche, comprende anche Lazio, Abruzzo e Umbria. Insomma, le Marche come fu il Portogallo (che però ha abolito il regime di agevolazioni nel 2023).
La misura - rilanciata dal commissario alla ricostruzione Guido Castelli - può davvero essere una buona leva per frenare lo spopolamento cronico che affligge le aree interne, a maggior ragione quelle colpite dalla crisi sismica del 2016 e 2017, ma ad almeno un paio di condizioni. La prima è che sia davvero fatta conoscere all'estero, e in questo un'ottima spalla può essere la Farnesina (e quindi le ambasciate), che infatti è stata coinvolta nel battage oltre i confini per promuovere l'Appennino centrale. La seconda è che al netto della leva fiscale e della bellezza della natura e del paesaggio, il territorio resti attrattivo, o quantomeno vivibile, in senso lato. Parliamo dunque di servizi primari e di prossimità per la popolazione residente e per i pensionati che dovrebbero decidere di trasferirsi in uno dei nostri borghi (ospedali, medici di famiglia, farmacie, sportelli postali e bancari, supermercati), ma anche di infrastrutture, collegamenti viari, ferroviari e via dicendo. E invece ormai da anni, se non decenni, stiamo assistendo al progressivo depauperamento dei servizi (pubblici e non) nelle aree interne a vantaggio della costa più densamente popolata. Succede nelle Marche, come succede nel resto del Paese. È una tendenza da provare a invertire con sempre maggiore decisione - e va dato atto alla struttura commissariale, ma anche alla Regione, di avere avviato strategie in questo senso -, altrimenti i pensionati esteri magari verranno pure a vedere le bellezze dell'Appennino, ma poi non lo sceglieranno per viverci.