ALESSANDRO GALLO
Editoriale
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Basket City: i nodi da sciogliere

Si chiude una settimana importante per Basket City, se ne apre un’altra di altrettanto valore. Tempo di assemblee di soci. In casa Virtus tutto come previsto: Massimo Zanetti scende al 55 per cento, ma resta al comando, sale al 45 Carlo Gherardi. Segnali di stabilità perché era tutto stato messo in preventivo. Compreso il fatto che il ceo Luca Baraldi avrà più poteri, mentre Luca Banchi e il dg Paolo Ronci guardano avanti, pensando a un play fisico del calibro di Chris Jones.

Il budget dei bianconeri – lunedì partirà la campagna abbonamenti che consentirà ai fedelissimi di risparmiare – si aggira sui 16 milioni. Due i nodi da sciogliere: Shengelia, che ha un accordo fino al 30 giugno 2025 del valore di due milioni e Abass, il cui accordo è in scadenza. Il dialogo si fa fitto: la volontà di proseguire insieme ci sarebbe. Con una sforbiciata alle cifre visto da un punto di vista e un passo in avanti dall’altro, si potrebbe andare avanti.

Toko è un top player. Abi un azzurro che sa sempre come rendersi utile. Quasi superfluo ricordare che, nell’eterna rincorsa a Milano – che ha vinto gli ultimi tre scudetti di fila –, sarebbero pedine fondamentali.

E la Fortitudo? Anche nel mondo dell’Aquila ci sono stati dei cambiamenti a livello di quote societarie. Cresciuta l’importanza di Matteo Gentilini e Davide Malaguti. Il nodo da sciogliere è quello dell’allenatore. Consumato il distacco con Attilio Caja, gli occhi di tutti sono puntati su Devis Cagnardi, reduce da una stagione a Cantù. E l’Aquila? Dopo aver conquistato con pieno merito la finale promozione – i rimpianti sono legati all’infortunio in gara-uno di Pietro Aradori e la ‘rabbia’ sfogata contro una porta o un muro, in gara-due di Mark Ogden –, la Fortitudo di Stefano Tedeschi vuole arrivare lontano.