Virtus seconda in campionato, in serie A. Fortitudo a metà classifica, in A2. Dovessimo usare il termometro dell’umore, scopriremmo non poche sorprese. Virtus seconda, certo, ma anche ultima in Eurolega. Che abbia perso gran parte delle gare in volata non sembra essere, per molti, un attenuante. Eppure, parlando di basket e di sport, si sa che sono gli episodi a fare la differenza. Un anno fa, di questi tempi, ogni pallone toccato da Lundberg era un canestro. Clyburn e Tucker, per ora, non hanno lo stesso approccio. E soprattutto, contributo.
Cammino Virtus simile, per certi versi, a quello del Bologna. Solo che il Bologna ha cambiato allenatore, la Virtus no. Thiago tramutava in oro tutto quello che toccava. Italiano deve faticare parecchio e subire in Europa, competizione nella quale la squadra non è da corsa. E Banchi? Il coach è sempre lo stesso, lo spirito quello giusto. Manca sempre un centesimo per fare una lira.
I tempi per recuperare si restringono e più di un tifoso mugugna. Forse lo scudetto vinto nel 2021, in anticipo rispetto ai tempi fissati da Zanetti, ha generato una sorta di cortocircuito. Sicuramente la squadra c’è. E può crescere.
E la Fortitudo? E’ in A2, è a metà classifica. Ma l’entusiasmo adesso è a mille. Caja, riproposto in panchina dopo la querelle estiva, ha ridato fiducia ed entusiasmo. Finalista un anno fa, la Fortitudo ha ripreso la sua corsa verso un sogno. Bologna aspetta il derby, perché la stracittadina è il valore aggiunto di questa piazza.
Anche l’equilibrio (di giudizio) potrebbe essere un valore aggiunto. Virtus e Fortitudo, avanti tutta. Con ottimismo e autostima. Sempre.