MASSIMO PANDOLFI
Editoriale
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Attaccati al tram

Domenica passavo in auto da Milano e ho impiegato 20 minuti per arrivare dalla tangenziale a un parcheggio a 300 metri da piazza Duomo. Sia all'andata che al ritorno.

Mi è venuta in mente Bologna, che ha un quarto degli abitanti di Milano ma che da anni vive un complicatissimo e caotico rapporto con viabilità e parcheggi: col traffico, insomma. Si lamentano i cittadini, si lamentano i forestieri.

Ultimamente la situazione, e il Carlino lo racconta quotidianamente, è degenerata, anche perché Bologna è diventata una vera e propria città-cantiere. Per far risorgere il tram (le corse dovrebbero partire dalla fine del 2026) dal 2023 sono iniziati i disagi che giorno dopo giorno si stanno ingigantendo.

Dieci giorni fa il sindaco Matteo Lepore ha detto: 'I bolognesi devono avere un po di pazienza, fra due anni vedranno i risultati'.

Speriamo, con tutto il cuore, che il primo cittadino abbia ragione. Affacciandoci per un attimo in Francia, una città che negli ultimi vent'anni ha cambiato look grazie al tram è stata ad esempio Nizza, che in realtà ha costruito un misto metrò-tram.

Aspettando il nuovo look di Bologna e provando fra mille dubbi a fidarci di Lepore, non dimentichiamoci delle mille piccole imprese (negozi in testa) che in questi due anni rischieranno il crac. Il Comune li aiuti