Editoriale

Alluvione tra omissioni e burocrazia

Nel dibattito sull'alluvione gli amministratori della Regione Emilia Romagna affermano: “Abbiamo fatto tutto ciò che dovevamo fare". Sembra proprio un'esagerazione e una difesa poco credibile. Un bel tacer non fu mai scritto, viene da dire. Ci sono sicuramente ritardi nei risarcimenti da parte del governo, ma la Regione non può scrollarsi di dosso così facilmente colpe e ritardi. E' il momento di ripensare il meccanismo di interventi preventivi prima che ricapiti il disastro. Infine ho la sensazione che la burocrazia dei vari enti renda tutto più difficile.

Stefano VItali

Risponde Beppe Boni

Il governo e gli enti locali, Regione in prima fila, sull'alluvione si rimpallano responsabilità e omissioni. Che forse ci sono da una parte e dall'altra. Chi sta sul territorio e lo governa è innegabile che deve essere il primo frate guardiano, cosa che non è sempre avvenuta nei modi giusti. Prima di ascoltare la politica bisogna però ascoltare i cittadini che vivono i disagi in prima persona. Le manifestazioni di piazza dei giorni scorsi a San Lazzaro e Selva Malvezzi, in aggiunta a quelle già registrate in Romagna, illustrano una situazione drammatica. I membri del comitato Val di Zena hanno gridato la loro rabbia e la loro delusione sintetizzate anche nelle dichiarazioni al Carlino: "Abbiamo perso tutto di nuovo, chi doveva fare qualcosa per salvaguardare noi e il territorio, cioè la Regione Emilia Romagna e la Città metropolitana di Bologna non ha fatto nulla. Questa volta li portiamo in Tribunale". Più chiaro di così. Spesso osservando il letto dei fiumi e dei torrenti (Il Samoggia, per esempio) si notano cumuli di legname che ostruiscono il deflusso dell’acqua. Il caso più eclatante è in Romagna dove tonnellate di tronchi tagliati hanno fatto tappo sul ponte di Boncellino, a Bagnacavallo, contribuendo alla rottura dell’argine. Ma uno dei mali oscuri dell’Emilia Romagna è anche la sovrapposizione di competenze fra enti pubblici che complica ulteriormente le cose. La pulizia dei letti dei fiumi e degli argini non tocca al governo di Giorgia Meloni. Qualcuno da queste parti si dia una mossa, il tempo è già scaduto.

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