Editoriale

A Bologna il benessere c'è, ma con qualche nodo da risolvere

Condividiamo in pieno le osservazioni e le considerazioni di Monsignor Stefano Ottani, vicario del cardinale Matteo Zuppi, sull’ esigenza di rendere più vivibile Bologna. Ringraziamo anche la consigliera Laghetti che ha portato il tema in consiglio comunale. È urgente la scelta di dedicare più spazio pubblico ai residenti, agli anziani, ai turisti, a tutti quelli che vivono la città e di renderlo accogliente con panchine e arredi adeguati. E a questo aggiungiamo il tema delle fontanelle chiuse o rotte. Chiediamo ciò che serve a rendere lo spazio cittadino più fruibile dalle persone, più inclusivo e più accogliente in modo gratuito, in quanto pubblico.

Patrizia Guerra  

Risponde Beppe Boni

Bologna è una città cosmopolita, terra di approdo di decine di migliaia di turisti, molti dei quali giapponesi, cinesi e americani. Ed è una città dove la qualità della vita da sempre abita ai piani alti. Pur con tanti difetti le Due torri sono già un polo urbano vivibile. Poi, certo, migliorare e ampliare gli spazi pubblici dedicati ai residenti e agli anziani è un'operazione che merita sempre applausi. Ma oggi Bologna ha priorità che sono sotto gli occhi di tutti e che creano disagio a chi vive e lavora da queste parti. E ne accorgono meno i turisti, il cui numero (per fortuna) continua a crescere portando benefici economici agli esercenti reduci dall'impasse del Covid. L'elenco delle cose che non vanno è quello che ogni giorno segnalano i cittadini. La concentrazione di cantieri per il tram e altre operazioni, la inevitabile rivoluzione della circolazione, i lavori sul Passante, il degrado dovuto alla criminalità in area stazione ferroviaria e quartiere Bolognina sono le vere priorità su cui bisogna intervenire. Su cantieri e viabilità ormai c'è poco da fare, la macchina è in moto e c'è solo da sperare che il caos finisca presto. Sulla sicurezza questura e carabinieri stanno facendo il possibile, ma su alcuni aspetti che competono all'ente locale il Comune indirettamente tergiversa. Sono questi i nodi da sciogliere prima di aumentare spazi pubblici e sociali, di cui esiste già una rete efficiente.

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