NICHOLAS MASETTI
Economia

Università: chi sono i rettori che si sono dati l’aumento (ma il ministero ha congelato tutto)

Col decreto Draghi valanga di pratiche al Mur, trenta università in attesa. Dall’Emilia-Romagna alle Marche: sono cinque i vertici degli atenei che hanno chiesto di adeguare le indennità

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Anna Maria Bernini, ministro dell’Università e della Ricerca: per ora la congelato le richieste di aumento delle indennità dei rettori

Bologna, 16 docembre 2024 – I rettori provano ad aumentarsi le indennità, in virtù di un decreto del governo Draghi, ma il ministero dell’Università e della Ricerca, per ora, congela tutto. Dopo sindaci e ministri non parlamentari, ecco un’altra (possibile) tornata di aumenti di compensi.

Sul tavolino del Mur ci sono infatti i fascicoli di una trentina di atenei italiani. In comune questi plichi di carta hanno una cosa: l’aumento delle indennità del rettore e dei prorettori vicari. “Ma visto che le richieste nei mesi sono incrementate”, secondo una nostra indiscrezione da fonti ministeriali, le pratiche per ora restano ferme lì, congelate.

Il Dpcm 143 del 23 agosto 2022, emanato dall’allora premier Mario Draghi, permette infatti alle università di adeguare queste indennità. Già qualche mese fa, la legge era finita nel mirino per i casi delle università di Bari e del Salento, dove i rettori avevano chiesto aumenti, scatenando le polemiche. Con l’avvento del governo Meloni, il Mur – colto di sorpresa da un così elevato numero di richieste – ha deciso di prendere tempo. Tanto che alcune richieste sono ferme da oltre un anno.

Ma la legge, per ora, non è stata cambiata. Il dicastero guidato da Anna Maria Bernini dovrebbe concedere il nulla osta alle varie operazioni, senza giudicare nel merito, ma limitandosi solo a verificare i requisiti delle proposte deliberate dai cda delle università. Poi dovrebbe comunicarlo al ministero dell’Economia e delle finanze, cui spetta l’erogazione dei fondi. E se al momento l’esborso totale per i compensi dei rettori è pari a 1,7 milioni, con gli adeguamenti avviati in virtù del Dpcm Draghi, secondo le stime, potrebbe salirebbe a oltre 3,5 milioni all’anno.

“Ma da oltre un anno è tutto bloccato, è umiliante”, spiegano dai vertici universitari. Nella lista ferma al ministero, a cui il Mur non ha ancora risposto, ci sono anche, per le Marche, l’Università di Urbino e quella di Macerata, mentre per l’Emilia-Romagna Bologna, Ferrara e Parma. E agli aumenti bisognerebbe aggiungere, se gli atenei ne avessero fatto richiesta, anche i maggiori esborsi per i gettoni di presenza riconosciuti ai componenti dei cda delle università e ai presidenti dei revisori dei conti. A parte il vicario, invece, per tutti gli altri prorettori non sono previsti aumenti delle indennità, come confermato anche dagli atenei. Se ora quindi, per le cinque università di Emilia-Romagna e Marche, l’indennità per rettori e prorettori vicari corrisponde a 364.284 euro, con gli aumenti richiesti – pari a 447.331 euro – la spesa salirebbe a 811.615 euro.

A Urbino, secondo la nostra indiscrezione da fonti ministeriali, il rettore Giorgio Calcagnini percepisce un’indennità di 54mila euro all’anno. In virtù dell’aumento di 83.500 euro, ne arriverebbe a percepire 137.500. Il prorettore vicario invece, che riceve un’indennità di 23.400 euro, arriverebbe a 34.375 all’anno.

A Macerata, il rettore John McCourt ha un compenso di 59.715 euro su base annua. Con l’aumento, pari a 28.500 euro, arriverebbe a 88.200. Analogamente, il prorettore vicario passerebbe dall’attuale indennità di 11.943 euro a 30.870.

E ancora: a Bologna, il rettore Giovanni Molari passerebbe da 50 a 100mila euro all’anno, e non 150mila come poteva essere in linea teorica. Il prorettore vicario, che attualmente percepisce un’indennità di 12mila euro su base annua, con l’aumento di 25.500 euro arriverebbe a percepirne 37.500.

All’Università di Ferrara, la rettrice Laura Ramaciotti arriverebbe a guadagnare 105.295 euro rispetto all’attuale indennità di 47.973 euro, mentre il prorettore vicario avrebbe 18.412 euro in più, arrivando a 38.317.

Numeri simili all’Università di Parma, dove il rettore Paolo Martelli passerebbe da un compenso di 63.310 euro all’anno a 153.268 euro. Il prorettore vicario, invece, andrebbe dall’attuale compenso di 22.038 euro a 38.317 euro.