Bologna, 26 febbraio 2022 - Tantissime parole, ma - per ora - nessuna azione. La vera arma contro la Russia è a portata di mano e non richiede nessun intervento bellico. E' l'esclusione di Mosca dallo Swift (un acronimo per Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication), ossia l'infrastruttura che permette i pagamenti di beni, servizi, materie prime e - soprattutto - prodotti energetici. Di fatto, insomma, è il circuito globale che sorregge i pagamenti bancari.
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"Russia fuori dallo Swift"
"Draghi ha ribadito al presidente Zelensky che l'Italia appoggia e appoggerà in pieno la linea dell'Unione Europea sulle sanzioni alla Russia, incluse quelle nell'ambito Swift", riferisce la nota di Palazzo Chigi che si allinea alla posizione europea. E, per una volta, è concorde anche Viktor Orban dall'Ungheria. Aperture, in questo senso, arrivano anche da oltre oceano, con l'amministrazione Biden che sta valutando la mossa assieme alla Fed (Federal Reserve System).
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Cos'è lo Swift
Nato nel 1973 è di fatto un sistema di messaggistica sicuro e universalmente accettato che è lo standard per concludere ordini, scambi di valuta, vendite e acquisti. Un volume di denaro enorme se si pensa che è usato in 200 Paesi, ne fanne parte 11mila organizzazioni finanziarie e registra un traffico di 42 milioni di messaggi al giorno Un traffico che è in costante crescita: nel 2021 ha registrato un +11,4% rispetto all'anno precedente.
Lo Swift ha sede a Bruxelles ed è supervisionato dalla Banca centrale Belga assieme ai rappresentanti di Federal Reserve System americana, Bce, Banca del Gippone e altri organismi finanziari mondiali.
Il pericolo
Ma tagliare fuori Mosca dall'autostrada dei pagamenti bancari potrebbe essere una mossa molto pericolosa per un'Occidente che, proprio dalla Russia, dipende fortemente per l'acquisto di gas e petrolio. Tanto che da Wall Street è arrivato forte e chiaro uno stop. Alcune delle maggiori banche di Wall Street consigliano a Washington di seguire questa strada: farlo avrebbe un pesante impatto sull'economia globale. Secondo quanto riportato dall'agenzia Bloomberg, le maggiori banche hanno suggerito ai legislatori e all'amministrazione Biden di procedere con altri tipi di sanzioni per punire la Russia sull'invasione dell'Ucraina.
A preoccupare è l'esposizione delle banche italiane e francesi verso Mosca, pesa l'export (specie tedesco). Ma al centro di tutto c'è, ancora una volta, l'energia: verrebbero infatti congelate le transazioni con la Russia cui l'Occidente che comprano gas e petrolio da Mosca al ritmo di 700 milioni di dollari al giorno.
La contromisura
Il timori di molti è che l'esclusione da Swift incoraggerebbe la Russia, e magari la Cina, a sviluppare sistemi alternativi: la Banca di Russia ci ha già provato nel 2014, raccogliendo però appena 400 adesioni.
I precedenti
La strada di estromettere una nazione dallo Swift è già stata percosa cin l'Iran nel 2012 (dove a decidere la misura su pressione degli Usa fu il board di Swift e non la Ue) e con il Venezuela. Nel 2014 l'ex ministro delle Finanze ed ex sodale di Putin Alexei Kudrin aveva stimato un calo del Pil del 5% annuo come potenziale conseguenza immediata.