ALBERTO BIONDI
Economia

Sciopero 29 novembre: trasporti, sanità e scuola. Il corteo a Bologna

Cgil e Uil in piazza Maggiore con Landini. I sindacati. “Manifestazione regionale concentrata nel capoluogo per dare maggiore visibilità e forza a tante vertenze che stiamo affrontando”

In alto da sinistra Marcello Borghetti (Uil Emilia Romagna e  Massimo Bussandri (Cgil Emilia Romagna). Nella foto grande il flash mob dei sindacati al Campidoglio

In alto da sinistra Marcello Borghetti (Uil Emilia Romagna e Massimo Bussandri (Cgil Emilia Romagna). Nella foto grande il flash mob dei sindacati al Campidoglio

Bologna, 26 novembre 2024 –  Otto ore di sciopero generale. È quanto promosso da Cgil e Uil per la giornata di venerdì 29 novembre. Una giornata che punta a criticare e combattere la nuova manovra di bilancio proposta dal Governo.

La mappa del corteo a Bologna

A Bologna, dove si concentrerà la manifestazione regionale, è previsto un corteo che partirà da Porta Lame alle 9.30 per arrivare, passando da piazza dei Martiri, via dei Mille e via dell’Indipendenza, in piazza Maggiore alle 10.30. I lavori verranno aperti da Marcello Borghetti, segretario generale Uil Emilia-Romagna e chiusi dal segretario generale Cgil Maurizio Landini.  

Stop di 8 ore tranne che per il trasporto ferroviario

Essendo uno sciopero generale, interesserà tutti i comparti, sia pubblici che privati, dall’industria alla sanità passando per i trasporti. Per quest’ultimo è confermato lo stop di otto ore ad esclusione del trasporto ferroviario, garantito per tutta la giornata. Al momento, pende la richiesta del Garante riguardo il trasporto aereo dei passeggeri. Se verrà rifiutata lo sciopero interesserà anche quel comparto. È prevista anche l’astensione personale del comparto Istruzione e Ricerca e dell’Area dirigenziale, dei docenti universitari e di tutto il personale della formazione professionale e delle scuole non statali.   

Bussandri (Cgil): “Ci auguriamo si riempia la piazza”

 “Ci auguriamo che si riempia piazza Maggiore e si svuotino i posti di lavoro. - dice Massimo Bussandri, segretario generale Cgil Emilia-Romagna –. Scendiamo in strada per contrastare le politiche di questo Governo e delle imprese loro alleate che ci stanno consegnando una legge di bilancio che apre a sette anni di austerità per i lavoratori dipendenti e i pensionati. Con questa legge di bilancio si programma la riduzione di stipendi e pensioni e si programma lo smantellamento finale del sistema sanitario nazionale pubblico in favore delle aziende private. Inoltre, dal 2025, si potrà andare in pensione praticamente solo con la legge Fornero, cosa che questo Governo si era promessa di cambiare. Ci schieriamo fermamente contro il continuo aumento delle spese militari. Perché ogni euro investito in quel campo viene sottratto alla scuola, alla ricerca, alla cultura, ai trasporti”.

"Ultima – conclude –, ma non per importanza, c’è la questione dei risarcimenti post alluvione. Avevano promesso la ricostruzione totale ma non si riesce a far partire nemmeno i piani speciali. Questo perché al momento non hanno previsto neanche i primi 160 milioni di euro destinati agli interventi più urgenti”. “Una giornata di disagio vale il rivendicare politiche diverse che consentano a tutti di accedere realmente ai vari servizi e di mantenere il proprio posto di lavoro” continua il segretario Massimo Bussandri.

Borghetti (Uil): “L’Emilia Romagna non è l’El Dorado”

“Abbiamo deciso di realizzare uno sciopero regionale con manifestazione concentrata a Bologna per dare maggiore visibilità e forza a tante vertenze che stiamo affrontando, dalla Berco a La Perla. L'Emilia-Romagna è spesso rappresentata come un 'El Dorado', ma qui c'è tanto lavoro precario e disuguaglianze che si stanno approfondendo", ammonisce Marcello Borghetti (Uil Emilia Romagna), che difende anche il diritto dei lavoratori alla protesta. E quindi “mobilitazione per tutti i cittadini italiani perché è necessario scioperare per un’idea diversa di Paese, che sia fondata sull’equità sociale, sulla redistribuzione dei salari, un Paese che redistribuisca attraverso lo stato sociale. Speriamo che le persone capiscano che i disagi che si verranno a creare servono per aspirare ad una società che distribuisca benessere a tutti” conclude Borghetti.