LUCA RAVAGLIA
Economia

Pec, come si attiva la posta elettronica certificata

Come fare per aprire una pec che permette di inviare messaggi che hanno valore di raccomandata con ricevuta di ritorno

Questione di acronimi. Perché ai tempi dell’identità digitale, non si può stare senza Spid, Cie o Cns. E siamo solo all’inizio, perché tra carta di identità elettronica e altri metodi di identificazione assortiti, nelle rubriche degli italiani si stanno velocemente facendo largo pure le credenziali pec, quelle legate alla posta elettronica certificata.

Posta elettronica
Posta elettronica

Cos’è la pec

L’aumento del numero di caselle di  pec – Posta elettronica certificata (che a oggi in Italia si attestano sull’ordine dei 14 milioni e mezzo, in costante crescita) è legato al crescente utilizzo che ne viene fatto, visto che le comunicazioni recapitate attraverso questo canale hanno il valore legale di una raccomandata con ricevuta di ritorno. La pec può essere utilizzata sia nei rapporti tra privati che in quelli con le pubbliche amministrazioni (le quali ora, se l’intestatario ne fa richiesta, possono anche inviare atti di varia natura attraverso questo canale, alternativo alle missive cartacee consegnate nelle buchette per le lettere).

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Come si attiva

Creare una casella di posta elettronica certificata è semplice. Serve prima di tutto accedere al sito di uno dei tanti provider che forniscono il servizio: l’elenco dei gestori autorizzati è pubblicato sul sito dell’Agid, l’Agenzia per l’Italia digitale. Attualmente sono elencate una ventina di opzioni e per ognuna vengo indicati indirizzo della sede legale, legare rappresentante e data di iscrizione all’elenco. Gli utenti possono ovviamente consultare i vari siti delle aziende, confortando offerte e quotazioni. I nomi comprendono, tra gli altri:

  • Aruba
  • il Consiglio Nazionale del Notariato
  • Infocert
  • Intesa
  • Poste Italiane
  • Telecom Italia
  • Trust Technologies.

Le credenziali

Il servizio è digitale, il che significa che anche l’autenticazione dell’utente passa dai canali virtuali: al momento dell’apertura serve fornire le credenziali Spid, della Carta di Identità Elettronica o ancora della Carta Nazionale dei Servizi. In questo modo viene validata l’identità del titolare della casella, che può essere legata sia una persona fisica che a una giuridica.

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I costi

Per i primi anni dopo la sua comparsa (avvenuta nel 2005), la pec è stata gratuita. Ora non è più così, anche se gli operatori spesso offrono promozioni riservate ai nuovi iscritti e valide quanto meno il primo anno. L’importo da versare dipende dai servizi abbinati alla cartella di posta elettronica certificata, che possono comprendere spazio extra per l’archiviazione di documenti o altri servizi, come per esempio le notifiche in tempo reale legate al ricevimento di una nuova comunicazione. Gli importi base partono da circa 5 euro (più iva) all’anno e a regime si attestano intorno ai 10, con in ogni caso sensibili differenze che variano appunto in base alle opzioni aggiuntive richieste, che generalmente guardano alle esigenze di aziende o comunque a realtà più strutturate.

A chi conviene

Oggi possedere un indirizzo pec non è obbligatorio (tranne che per alcune categorie professionali), anche se i vantaggi ad esso legati vengono presi in considerazione da un crescente numero di utenti. Gestire la posta elettronica certificata è con ogni probabilità meno oneroso rispetto ai costi legati alle comunicazioni cartacee inviate attraverso raccomandate con ricevuta di ritorno. Il riscontro, sia in caso di invio che di ricezione è immediato, non serve rincorrere in chissà quale ufficio missive che il portalettere non è riuscito a consegnare a causa dell’assenza dell’intestatario e i livelli di sicurezza e riservatezza dei contenuti sono estremamente elevati.