Ancona, 18 dicembre 2024 – Una flat tax al 7% per dieci anni dedicata ai pensionati residenti all’estero da almeno 5 anni, percettori di un reddito da pensione da soggetto straniero, che vogliono trasferirsi a vivere in uno dei 131 Comuni terremotati con meno di 20mila abitanti nell’Appennino centrale.
Così il cratere del terremoto del 2016 – ottomila chilometri quadrati in quattro regioni: Marche, Umbria, Abruzzo e Lazio – vuole diventare un paradiso fiscale per i pensionati di tutto il mondo, facendo concorrenza ad esempio a Paesi con regimi agevolati come Cipro (flat tax al 5%) e la Grecia (aliquota forfettaria annua del 7%).
In principio fu il Portogallo, a dire la verità, ma alla fine del 2023 il governo lusitano ha di fatto cancellato la totale esenzione per i pensionati arrivati dal 2009 e la flat tax al 10% in vigore dal 2020.
Così l’Italia rilancia la misura con un battage tra commissariato alla ricostruzione e Ministero per gli affari esteri rivolto in primis ai pensionati italiani residenti all’estero (“Con l’arrivo della pensione è tempo di tornare a casa”), ma potenzialmente a tutti i pensionati del mondo.
Per accedere alla misura non ci sono limiti di reddito – dalle pensioni small fino a quelle d’oro –, né liste chiuse di Paesi di provenienza, ma basti pensare che gli iscritti all’Aire (anagrafe degli italiani residenti all’estero) tra Germania e Stati Uniti sono più di un milione.
Per fare un esempio, un pensionato tedesco con una pensione lorda di 60mila euro (poco al di sopra della media tedesca), trasferendo la residenza in uno dei Comuni del cratere rientranti nella misura, avrebbe per dieci anni un beneficio mensile netto di oltre mille euro, passando dall’aliquota media in Germania del 26,55% (15.930 euro) alla flat tax al 7% (4.200 euro).
“E’ una delle misure che il governo ha messo in campo per rafforzare il capitale umano e incentivare il ritorno delle persone nelle aree interne del cratere sismico, un territorio più grande dell’Olanda. Finalmente ci sono azioni concrete per poter dire che abbiamo impresso un cambio di passo per la ricostruzione”, dice Guido Castelli, commissario straordinario alla ricostruzione.