Costo della vita: Bologna è la seconda città più cara d'Italia, Ancona la più economica

L'Istat ha stilato la classifica: Bolzano la città dove si spende di più, sul podio anche Padova. A trainare i prezzi è il caro-energia

Istat, foto generica (ImagoE)

Istat, foto generica (ImagoE)

Bologna, 16 novembre 2021 - Distano poco più di 200 chilometri l'una dall'altra eppure tra Bologna e Ancona, se si parla di costo della vita, il divario sembra essere enorme. A dirlo sono i dati Istat in base ai quali l'Unione Nazionale Consumatori ha stilato la classifica delle città e delle regioni più care d'Italia, in termini di aumento del costo della vita. Da una parte Bologna, seconda solo a Bolzano, in vetta alla graduatoria delle città più care d'Italia dove il rialzo dei prezzi del 3,5% determina un incremento di spesa pari a 987 euro per una famiglia media, 1.361 euro per una di quattro persone.

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Dall'altro il capoluogo delle Marche, Ancona appunto, risultata al contrario la più virtuosa. Piazzata al 31esimo posto registra infatti un'inflazione del 2,5% e una spesa aggiuntiva in media per famiglia pari a 567 euro su base annua (755 euro per una famiglia di 4 persone). Al terzo posto tra le città più care c'è Padova dove il +3,6% genera una spesa supplementare pari, rispettivamente, a 909 e 1.339 euro annui.

 

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Non troppo diverso è il discorso se si parla di Regioni: la più 'costosa'  con un'inflazione a +3,5%, è il Trentino Alto Adige (a famiglia un aggravio medio pari a 948 euro su base annua, 1.359 euro per una famiglia di quattro persone). Seguono la Valle d'Aosta (3,1%; costo della vita pari, rispettivamente, a 788 e 1.302 euro) e l'Emila Romagna, +3,2%, con un rincaro annuo di 843 e 1185 euro. Le Marche si collocano al 15esimo posto con un'inflazione del 2,9% e un aggravio di spesa aggiuntiva di 648 (famiglia tipo) e 866 euro (famiglia di quattro persone). 

"Una stangata, considerata la totalità dei consumi di una famiglia, pari a +922 euro annui", afferma il Codacons, commentando i dati sull'inflazione che vedono un rialzo dei prezzi al +3%. "Siamo in presenza di una vera e propria emergenza prezzi, con l'inflazione che ad ottobre si impenna al +3% realizzando una pesante stangata pari a +922 euro su base annua per la famiglia 'tipo' - denuncia il presidente Carlo Rienzi -. Si tratta dei valori più alti registrati negli ultimi 9 anni, un andamento al rialzo che conferma purtroppo i nostri allarmi e che proseguirà nelle prossime settimane".

"A trainare i prezzi, ancora una volta, il caro energia, con le bollette di luce e gas che hanno subito enormi rincari ad ottobre, e la corsa senza sosta dei listini dei carburanti, che oggi costano alla pompa il 30% in più rispetto allo scorso anno - prosegue Rienzi - siamo in presenza di un vero e proprio allarme Natale, perché il rialzo dei listini al dettaglio eroderà il potere d'acquisto delle famiglie determinando tagli sul fronte dei consumi legati alle festività, con i cittadini che reagiranno ai rincari riducendo la spesa".

L'Istat sottolinea che dopo la conferma a giugno del tasso di crescita dei prezzi al consumo di maggio e i primi cinque mesi di marcata ripresa, il carovita passa così da una variazione negativa registrata a dicembre 2020 a una crescita di un'ampiezza che non si registrava da settembre 2012 (quando fu pari a +3,2%).