CLAUDIO SALVI
Cultura e spettacoli

Trinca diventa Maria Montessori: "Donna rivoluzionaria e coraggiosa"

L’attrice a Pesaro con l’anteprima nazionale del film dedicato alla pedagogista ed educatrice marchigiana

Trinca diventa Maria Montessori: "Donna rivoluzionaria e coraggiosa"

Trinca diventa Maria Montessori: "Donna rivoluzionaria e coraggiosa"

A pochi chilometri da dove tutto è cominciato. Jasmine Trinca torna per la terza volta alla Mostra del nuovo cinema di Pesaro, ma è ad Ancona che è partito il suo viaggio nel cinema quando ancora adolescente (era il 1999), interpretò Irene ne La stanza del figlio di Nanni Moretti. Un ritorno dunque che questa volta celebra una figlia di questa terra: Maria Montessori. È stato infatti presentato in anteprima ieri sera in piazza del Popolo al PesaroFilmFest (nelle sale italiane dal 26 settembre), l’atteso film dedicato alla pedagogista, educatrice e medico tra le figure più iconiche nel mondo. Maria Montessori – La nouvelle femme vede infatti protagonista Trinca nel ruolo della pedagogista di Chiaravalle che con il suo metodo ha rivoluzionato l’educazione e l’approccio all’infanzia. Racconto al femminile firmato da Lea Todorov (figlia del grande storico della letteratura russa), il film racconta la figura di una donna che ha precorso i tempi lottando per l’eguaglianza di diritti.

Come è stato il suo approccio al film?

"Quando me l’hanno proposto mi sono figurata il volto sulla banconota delle Mlille lire! Poi mi sono sentita invece tutta la responsabilità del personaggio. In realtà è stata una pellicola che ha avuto una lunghissima gestazione. Ho incontrato più volte la Todorov che mi raccontato la sua idea di film e insieme abbiamo fatto un lungo lavoro prima di iniziare le riprese. Da dove? Cominciando proprio dallo studio della sua vita ed è lì che ho scoperto aspetti della sua vita privata che mi hanno svelato il carattere di una donna rivoluzionaria e coraggiosa". Una vita privata sacrificata al lavoro.

"Decisamente votata a questo, incarnata nella sua missione tanto da rinunciare nel privato a una maternità. Una missione, la sua, in un mondo dove si parlava al maschile, dove lei stessa non poteva nemmeno firmare le sue ricerche in quanto donna. Il film racconta una doppia emarginazione: oltre a quella femminile, quella dei bambini con delle difficoltà di apprendimento: i cosiddetti "’neuroatipici’".

Come avete reso reale questa condizione?

"Con bambini a Parigi. Ho lavorato tanto con loro; all’inizio è stata dura, anche da un punto di vista emotivo; poi invece è diventato tutto stimolante. Le riprese sono state davvero imprevedibili e quelle cose inattese si portano dentro. Sono rimasta legata a questi bambini; sono tornata in Francia già due o tre volte e li sento quasi ogni giorno".

E sull’esperienza di regista nel suo "Marcel! del 2002?

"Dopo l’uscita del film ho avuto un contraccolpo, poi quasi una sorta di distacco. Mi interessava ribaltare lo sguardo sulle cose, gli esordi sono pieni di potenza ma poi ti lasciano il segno".