STEFANO MARCHETTI
Cultura e spettacoli

Toni Servillo: "Dante, una guida preziosa"

Toni Servillo porta Le voci di Dante al Duomo di Modena, celebrando il poeta come contemporaneo universale. Un recital che unisce storie e emozioni dantesche, riflettendo sull'attualità e l'unità culturale europea.

L’attore napoletano Toni Servillo

L’attore napoletano Toni Servillo

"Dante, quello che vive nella Commedia, è un nostro contemporaneo", dice Toni Servillo, fra i più celebri attori teatrali e cinematografici italiani, protagonisti di tanti film, fra cui La grande bellezza di Paolo Sorrentino, vincitore dell’Oscar nel 2014. Per due serate (oggi e domani alle 21) sarà proprio lui a portare Le voci di Dante nell’austero, meraviglioso abbraccio del Duomo di Modena, in occasione di Modena patrimonio mondiale in festa, l’evento dedicato a celebrare un’altra "grande bellezza", quella del sito Unesco modenese, fra piazza Grande, la Cattedrale e la Ghirlandina. Non sarà una classica Lectura Dantis, quanto un recital, uno spettacolo originale (su una drammaturgia di Giuseppe Montesano) in cui affiorano le tante storie dei personaggi del capolavoro dantesco: "Che si chiamino Francesca o Ugolino o Ulisse o Dante, noi li portiamo dentro – spiega Montesano –, perché ci portiamo dentro il loro amore, il loro odio, la loro sete di vita, il loro sentirsi smarrirsi nel buio, il loro voler uscire dal buio per capire che cosa sia l’amore vero". "Abbiamo presentato questa drammaturgia in tutto il mondo, da Praga a Lisbona, da Parigi a Tokyo, in un allestimento appositamente realizzato, grazie anche alle preziose luci di Cesare Accetta – sottolinea Toni Servillo –. Quando Ert, attraverso il direttore Valter Malosti, mi ha chiesto di immaginare una proposta artistica nella cornice straordinaria di un monumento così ricco di storia come la Cattedrale di Modena, mi è parsa subito l’opportunità di far risuonare anche qui queste ‘voci’ di Dante". Ma chi è Dante? E perché ancora riesce a parlarci? "Dante aveva rivolto il suo sguardo a tutto il mondo allora conosciuto, dalla Germania alla Spagna, dall’Anglia alla Boemia, dall’Africa all’Atlantico, con l’intento di unire l’occidente all’oriente, la Grecia e Roma, Averroè e Tommaso, Aristotele e Costantino, poesia araba e latina, nel sogno di un’unità dei saperi e dei popoli", ricorda l’attore. E da allora la parola di Dante ha oltrepassato i secoli, "e il poeta è riuscito ad attraversare anche il cuore pulsante del ‘900, un secolo scosso da drammi e conflitti ma anche da straordinarie speranze di progresso – continua Servillo –. È diventato una guida preziosa per grandi poeti quali Thomas Stearns Eliot, Ezra Pound, Jorle Luis Borges, Josip Mandestan, e per il loro sogno di una nuova civiltà europea al di là delle singole nazioni, quando pronunciamo le parole civiltà ed Europa come ciò che ci accomuna oggi nella diversità e unicità di ogni popolo".