LORENZO PASTUGLIA
Cultura e spettacoli

Senna, radiografia della miniserie Netflix: pro e contro (da fan)

Bravissimo l’attore Gabriel Leone che interpreta Ayrton, animate e belle le riprese registrate all'interno delle monoposto. Poco raffigurati i duelli di pista con Prost, non precisa la figura di papà Milton

La serie Netflix su Ayrton Senna interpretato da Gabriel Leone: dirige il regista Vicente Amorim

Bologna, 13 dicembre 2024 – Trent’anni senza chi ha fatto emozionare tutti, con la sua guida in sovrasterzo e una velocità pura che lasciava tutti sbalorditi. Ayrton Senna si spegneva all’Autodromo Enzo e Dino Ferrari al settimo giro di gara del GP di Imola ’94, schiantandosi contro il muro esterno del Tamburello con una Williams mai digerita in quel complicatissimo avvio di stagione.

Era il primo maggio, ‘Beco’, come Ayrton veniva chiamato dai suoi perché molto magro di fisico, si era spento dopo il botto in gara, anche se l’ufficialità è arriva oltre due ore dopo, dall’ospedale Maggiore di Bologna, alle 18.40 in punto. Voleva così la legge italiana, secondo la quale un paziente poteva essere dichiarato deceduto solo quando il cuore smetteva di battere, nonostante Senna fosse già morto cerebralmente da diverso tempo.

Trent’anni dopo, su Netflix, è arrivata una nuova serie su Senna, di sei puntate, gustata in un soffio da tanti amanti e non dell’ex pilota, che nonostante la distanza temporale continua a essere un idolo per tanti piloti odierni di F1, sia giovani in rampa di lancio — i vari Kimi Antonelli e Gabriel Bortoleto — sia i più esperti: Pierre Gasly, Sebastian Vettel e Lewis Hamilton. Ma anche di tante persone che nella vita di tutti i giorni lo vedono come una ispirazione, considerando le numerose massime di vita che ‘Magic’ rilasciava ai suoi fan.

Gabriel Leone nella sua interpretazione di 'Senna', la serie Netflix dedicata ad Ayrton
Gabriel Leone nella sua interpretazione di 'Senna', la serie Netflix dedicata ad Ayrton

Il lungometraggio su Netlix è il più lungo mai finanziato per il piccolo schermo, ben 170 milioni spesi, nel tentativo di raccontare una storia già molto ripercorsa e già ampiamente coperta con lo straordinario documentario ‘Senna’ uscito nel 2010. Quello del regista Asia Kapadia, con immagini inedite e approfondite di tutta la vita del pilota.

A primo impatto ha sorpreso la figura di Senna interpretata dall’attore Gabriel Leone. È sembrato quasi di vedere Ayrton in certe scene del film, grazie a un timbro di voce molto simile dei due e a quell’espressione tra il malinconico e il corrucciato tipica del tre volte iridato. Bello il rimando nel primo episodio al Mondiale di kart perso nel ’79, per una decisione controversa presa dal presidente Fia, Jean Marie Balestre, che fu determinante anche nella decisione di togliergli il titolo a Suzuka nel ’90, cancellando la sua vittoria per squalifica dopo il contatto al ‘Triangolo’ con l’altra McLaren di Prost e la ripartenza tagliando la chicane. O quando lo stesso presidente accettò la lettera di scuse di Ayton prima del Mondiale ’91, arrivata per fax poco prima della presentazione delle squadre. Una figura, quella di Balestre, che è molto ben realizzata nella serie.

Interessante anche la crescita di Senna sui kart in Inghilterra, meno invece come vengono raffigurati i personaggi di suo papà Milton e della prima moglie Lilian De Vasconcelos, da cui divorziò al rientro in Brasile per lavorare temporaneamente nell’azienda di suo padre. Lo stesso che nella vita reale avvicinò Magic alle corse, prima di pentirsi amaramente e di fare di tutto per non farlo correre, durissimo anche ai tempi della F1 con tanti scontri nel paddock con suo figlio. Un aspetto che però non appare nella serie, dove Milton sembra quasi accettare tutte le volontà del suo ragazzo. Lilian, invece, viene raffigurata sofferente durante la sua permanenza in Inghilterra, motivo di una rottura che arriva proprio quando i due si trovano in Europa, vivendo come due entità presenti ma distanti mentalmente sotto lo stesso tetto. Lei con la voglia di tornare in Brasile al più presto, Ayrton con la voglia di restare e di diventare il più grande di sempre in F1, come farà in seguito.

Molto bene è anche stata realizzata la figura della sorella Viviane, che oggi gestisce la Fondazione voluta da Ayrton, nella quale cerca di dare un futuro ai più poveri. Stesso discorso va fatto per Niki Lauda, meno per il suo team principal in McLaren, Ron Dennis, non centrato al meglio negli ultimi anni di Senna nel team di Woking. Ayrton con lui non si lasciò bene, dopo dei rapporti controversi negli ultimi anni.

Assume invece sorprendentemente importanza la figura dell’attrice Kaya Scodelario, nel ruolo della report immaginaria Laura Harrison, che dopo aver litigato con Magic per il titolo arrivato con la vittoria di Suzuka ’91 — la McLaren del brasiliano che buttò fuori la Ferrari di Prost, vincendo il secondo titolo Piloti — chiuse un cerchio nel weekend della morte di Senna a Imola. Proprio la battaglia con Alain in pista è raccontata con tante riprese basate sui racconti che sono stati fatti dei due. Critiche che sono arrivate anche dallo stesso francese, che ha sostenuto come, secondo lui, la serie non sarebbe per nulla piaciuta allo stesso Senna per via del tentativo di commercializzarne l’immagine.

Bellissime invece le riprese in macchina, girate da studio, dove l’adrenalina ben mostrata da Leone garantisce verve e dinamicità. Emozionante è anche la vittoria di Interlagos ’91, arrivata con il blocco del cambio in sesta marcia, con quei cori da parte dei tifosi di Magic prima della gara contro Balestre. Manca alle riprese la suggestiva gara di Donington ’93, quella del ‘Giro degli Dei’, dove sul bagnato il brasiliano riuscì a passare al primo giro, scattando quarto, Michael Schumacher, Wendlinger e Prost, chiudendo la gara con il doppiaggio di tutti gli altri piloti tranne Hill, secondo davanti ad Alain.

Un difetto nella serie è che emerge sempre una connotazione positiva di Ayrton, anche nei momenti più scomodi della carriera, come dopo Suzuka ’89. Poco nulla raffigurata è invece Adriane Galisteu, l’ultima fidanzata di Senna prima della morte. La volontà è della famiglia di Senna, che non l’ha mai accettata come il pilota. Solo una scena in discoteca e nulla più.

Bellissimo invece il finale, con la musicassetta di Senna ascoltata da Scodelario sul perché continuare a correre nonostante avesse vinto tutto, dopo le morte di Ratzenberger e l’incidente di Barrichello alla Variante Bassa a Imola. Una serie scorrevole e piacevole in tutto, dove non mancano le emozioni (e le lacrime) per chi ama Ayrton. Consigliata alla visione con i suoi pro e i suoi contro, consci che un capolavoro come il documento uscito nel 2010 sarà imbattibile per tutti.