’fuorilegge’, con la effe rigorosamente minuscola, è il brano a cui Rose Villain a febbraio, sul palco del Festival di Sanremo, chiede una conferma del tanto di buono che le ha riservato dieci mesi fa all’Ariston Click boom!. Anche se domani sera (pena squalifica) non potrà certo darne un assaggio al pubblico del Matis, storica discoteca di Bologna, dov’è in scena alle 22. Ci saranno però altri momenti importanti della sua vita attinti dall’ultimo album Radio Sakura e dal predecessore Radio Gotham realizzati con un piede in America e l’altro in Europa. "A New York ci sono la mia casa, la mia vita, i miei amici, le mie cose più di routine, mentre a Milano il lavoro e la famiglia" racconta Rosa Luini, pardon Rose, parlando del suo pendolarismo tra il Greenwich Village e quella di Porta Venezia in cui è cresciuta.
Lei si porta dietro un’aura dark a cominciare dal cognome (d’arte) Villain. "Penso che i ‘cattivi’ delle storie siano sempre i più complessi, con la vita spesso segnata da traumi complessi che li rendono essere molto più interessanti degli eroi. Anche se io sono una ragazza solare, che sta bene in famiglia (è figlia di Franco Luini, patron di un famoso marchio di zaini, borse e custodie - ndr) e sfrutta i suoi demoni per esorcizzarli attraverso la musica".
E ora? "New York è ispirazione continua, soprattutto per me che vivo nella zona di Washington Square Park dove si respira ancora l’aria rock e hip hop anni Novanta di Rick Rubin e Beastie Boys. Spero in una lunga carriera e di riuscire a fare un album all’anno come Johnny Cash. Mi piace pensare che il migliore, magari, lo inciderò a 95 anni".
Un ’feat’ che le piacerebbe avere nel prossimo album? "Se esistesse, sarebbe un sogno poter lavorare su un inedito di Lucio Battisti, che per me vale quanto i Beatles. Né più e né meno. In ‘Monet’ c’è però la voce campionata di mia madre".
Già, ’Monet’. L’ha scritto (e cantato) con Elisa. "Non riesco ancora a credere che abbia accettato di partecipare a questo mio lavoro. Ho imparato, infatti, a cantare con le sue canzoni e la considero immensa. Mentre incidevo il mio primo album, Elisa stava lavorando in studio al suo assieme a Sixpm (Andrea Ferrara, producer sposato nel 2022 – con velo e abito bianco – al 22esimo piano del William Vale Hotel di Brooklyn, ndr) quando, per una serie di coincidenze, ci siamo trovate a cena assieme dalle parti di Monfalcone".
Cos’è successo? "Parlando, abbiamo finito per innamorarci una dell’altra; lei ha un animo da eterna bambina proprio come me e condividiamo la stessa passione per la musica angloamericana. Andrea le ha fatto sentire la canzone e lei ci ha scritto sopra di getto la sua parte. Il brano parla dell’assenza di mia madre Fernanda che, incidentalmente, era una delle sue più grandi fan".
Che rapporto ha con suo padre Franco? "Beh, lui ha sempre creduto nella mia pazzia, supportandomi in ogni occasione. Ma ora sembra che abbia addirittura iniziato a vantarsi di me. Quando cantando Monet ricordo la mia Fer e lui è in sala non riesco a non commuovermi".