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Pupi Avati sta con Favino: “Il modenese Ferrari che viene dal Nebraska fa un po’ ridere”

Il regista bolognese si schiera con l’attore romano, in merito ai ruoli di icone nostrane interpretate da stranieri, come nel caso di ‘Ferrari’: “Come gli americani pretendono di far interpretare gli americani agli americani, gli italiani devono essere interpretati da italiani”

Pupi Avati e Pierfrancesco Favino

Venezia, 3 settembre 2023 – L’orgoglio italico di Pierfrancesco Favino, che ieri ha tenuto banco all’80esima Mostra del cinema di Venezia in merito ai ruoli di icone italiane interpretate da attori stranieri, raccoglie consensi da parte di molti colleghi. Attori – Marco Bocci, Rocco Papaleo, Giorgio Tirabassi, Alessandro Siani, Monica Guerritore, Edwige Fenech – ma anche registi del calibro di Gabriele Salvatore e Pupi Avati. In sostanza l’attore romano criticava il fatto che il film girato a Modena ‘Ferrari’, di Michael Mann (le foto della premiere), avesse un americano, Adam Driver, nei panni di Enzo Ferrari. A discapito di “tanti bravi colleghi italiani”, aveva detto Favino. 

Pupi Avati: “Un modenese che viene dal Nebraska fa un po’ ridere”

"La polemica di Favino io la condivido. Ha pienamente ragione – ha detto il regista bolognese Avati -. Visto che capita spesso che gli americani facciano film sugli italiani, ha perfettamente un suo senso che siano interpretati da italiani. Ferrari, un modenese, che viene dal Nebraska, fa un po' ridere". "Quando ho girato il film su Dante Alighieri, noi siamo stati sedotti dall'idea di farlo interpretare ad Al Pacino - rivela il maestro Avati - Ma per quanto lui sia un italo americano, poi ci siamo ricreduti. E grazie a Dio abbiamo scelto Sergio Castellitto e Alessandro Sperduti, quindi attori italiani. Il film ha avuto un grande successo e questo conferma che con attori italiani il film ha una credibilità assoluta maggiore". "Quello che dice Favino è assolutamente giusto: come loro pretendono di far interpretare gli americani agli americani, gli italiani devono essere interpretati d italiani. Anche perché se no la presa diretta, elemento fondamentale per valutare la credibilità dell'attore, come la valutiamo?".

Salvatores: “Certe icone vanno rispettate”

"Credo che Favino abbia fatto bene a dire questa cosa però il problema è che la situazione è molto più complicata di quanto sembri e comune. Ad esempio, in Schindler's List Steven Spielberg ha preso un attore americano che interpreta un tedesco. Certo su certe icone italiane, come un film su Giorgio Armani con un attore americano certo che è sbagliato".