RAFFAELLA CANDOLI
Cultura e spettacoli

Paola Turci e la musica dei giganti: "Cantautrici, qualcosa sta cambiando"

Domani sera lo spettacolo con Castaldo nella suggestiva location del prato Venturi (Sogliano)

Paola Turci e la musica dei giganti: "Cantautrici, qualcosa sta cambiando"

La cantautrice Paola Turci in dialogo con Gino Castaldo, critico musicale Domani sera incontreranno il pubblico accanto al ponte romanico di Montetiffi

Parole e musica si alternano, si sovrappongono, si compenetrano nello spettacolo Il tempo dei Giganti che vede la cantautrice e musicista Paola Turci in dialogo con Gino Castaldo, critico musicale. L’inedito duo si presenta al pubblico domani alle 21.30, in un luogo di magica atmosfera, quello del prato Venturi, accanto al ponte romanico di Montetiffi (Sogliano), là dove la Valle dell’Uso si incontra con la Valle del Marecchia. Artisti e spettatori (questi ultimi seduti sull’erba) condividono il racconto di tre anni particolarmente significativi e proficui per la canzone d’autore: dal 1979 al 1981, gli anni d’oro di Lucio Dalla, Pino Daniele, Fabrizio De André, Vasco Rossi, Franco Battiato, Rino Gaetano, Lucio Battisti e altri. Il nome di Turci in questi giorni ha occupato le cronache gossip con la fine dell’unione sentimentale con Francesca Pascale, ma la cantante, risponde un garbato, ma deciso rifiuto ad aggiungere altro.

Turci e Castaldo, caso vuole che il vostro spettacolo sia, nel Cesenate, in un luogo di straordinaria bellezza, chiamato Marmitte dei Giganti.

"Non vediamo l’ora di godere di questa meravigliosa coincidenza, che ci consente di unire alla grandezza della natura, quella di cantautori ‘giganti’. Peraltro, in questo tour che ci vede insieme per la prima volta, abbiamo sperimento anche tante piazze, trovando sempre un legame con l’ambiente che qui sarà ancora più emozionante".

Paola, sono vecchi amori quelli per i cantautori che lei ascoltava già da bambina.

"Verissimo, già a 11 anni ero attratta dal loro fare musica, mentre a 13, sulle note di Guccini, mi esercitavo alla chitarra. Pino Daniele, Battiato e altri sono stati un riferimento prezioso per la mia crescita artistica e la mia sensibilità. Da bambina ho scoperto delle emozioni che si ripropongono ora, in concerto, e sono sempre attuali".

Un repertorio tutto maschile.

"È così. Anche il nostro mondo artistico ha una predominanza maschile, sia tra i discografici che nel campo cantautorale. La canzone d’autore è storicamente associata all’universo maschile, e non è facile scrollarsi questo deposito culturale e storico. Ho apprezzato il lavoro di Giovanna Marini, cantautrice e ricercatrice etnomusicale (morta a maggio scorso a 87 anni ndr). Sarebbe lungo il discorso relativo al ruolo delle donne cantautrici, ma lentamente le cose stanno cambiando".

Castaldo, perché definisce quegli anni il Rinascimento della musica italiana?

"In quel triennio c’è un fiorire di cantautori: Vasco, con Albachiara e Siamo solo noi; Dalla con Futura e Banana Republic assieme a De Gregori; Pino Daniele: nel ’79 scrive Je so’ pazzo, nel 1980 apre il concerto di Bob Marley a San Siro, davanti a 80mila persone. Nello stesso anno l’album Nero a metà. Battiato con L’era del cinghiale bianco, La voce del padrone".

Ricorre anche a filmati d’epoca. I contenuti?

"Documenti d’archivio con interviste; una proverbiale litigata tra Dalla e De Gregori, tutto correlato alle canzoni interpretate da Paola che si accompagna alla chitarra, e fatti di cronaca".