PIERFRANCESCO PACODA
Cultura e spettacoli

"Oscar Wilde? Era una vera pop star"

Merlin Holland, nipote del celebre scrittore, a Bologna fra Università e Modernissimo: "Mio nonno pensava ai giovani lettori del futuro"

Merlin Holland, nipote del celebre scrittore, a Bologna fra Università e Modernissimo: "Mio nonno pensava ai giovani lettori del futuro"

Merlin Holland, nipote del celebre scrittore, a Bologna fra Università e Modernissimo: "Mio nonno pensava ai giovani lettori del futuro"

Non ha mai reclamato il cognome del suo celebre nonno, Merlin Holland, uno dei più apprezzati studiosi della vicenda umana e artistica di Oscar Wilde, il padre di suo padre Vyvyan, al quale ha dedicato saggi e letture. Come quella che terrà domani all’Università di Bologna, all’interno di una Giornata Wilde dedicata allo scandalo. Si inizia, appunto, con la conferenza di Holland, sulla ‘reputazione’ dello scrittore (ore 14.30, Sala Prodi, Piazza San Giovanni in Monte, 2) e si prosegue al Cinema Modernissimo (ore 18.30) con la proiezione del film Il ventaglio di Lady Windermere (1925) di Ernst Lubitsch, tratto da una commedia di Wilde del 1892. Appuntamenti, in collaborazione con Ono Arte, che saranno anticipati da quello di oggi, alle 18.30 alla libreria Coop Ambasciatori, dove lo studioso intrverrà per un firmacopie del libro di Vyvyan Holland, Essere il figlio di Oscar Wilde (La Lepre).

Signor Holland, quali tratti della personalità e dell’opera di Wilde sono diventati oggi patrimonio comune? "Lo sono soprattutto per i più giovani, grazie a loro, al loro approccio alle opere del nonno, posso dire che la persecuzione nei suoi confronti ha lasciato tracce profonde nelle nuove generazioni. Quello che rimane di Wilde, al di là della qualità eccelsa della sua scrittura, è la necessità della ribellione, il bisogno di esprimere senza restrizioni la sensualità, di arrivare alla profondità delle emozioni. La ricerca della propria individualità, grazie alla quale scappare dal conformismo e, soprattutto, l’integrità come stile di vita"

Doti che hanno a che fare con la crescita di un essere umano. "Doti personali, che costituiscono la vera essenza del lascito di Oscar Wilde e che oggi sono alla base delle riflessioni dei futuri adulti, di chi ha tra i 18 e i 28 anni. È come se Wilde, nella sua epoca, pensasse a loro, ai suoi futuri lettori".

Wilde, nella sua epoca, era quello che oggi definiremo un pop star. "Lo era assolutamente, per le sue stravaganze, per le sue contraddizioni, per la ricerca ossessiva di una pratica estetica che lo rendesse immediatamente riconoscibile, fuori dalle convenzioni. E lo era per il suo pubblico di lettori. Faceva i tour di letture, come oggi un artista rock ed era acclamato. Nel 1882 fu invitato in America per una lunga tournée di conferenze che dovevano promuovere l’operetta Patience di Gilbert&Sullivan e in quel viaggio scoprì, di essere diventato, a sua insaputa, una pop star, tanto che veniva presentato non come scrittore ma come ‘personalità’".

Parlava delle sue contraddizioni. "Oscar Wilde ha fatto delle contraddizioni il segno identitario della sua esistenza. Ma lui amava pensare che queste contraddizioni fossero apparenti, fossero due aspetti complementari della stessa personalità. Omosessuale, ma sposato e con una famiglia, protestante, ma affascinato dal cattolicesimo, irlandese e blando nazionalista che corteggiava la società inglese… Nell’arte – scrisse nel saggio The Truth of Masks –, non c’è una verità universale: “Una verità nell’arte è che la sua contraddizione è anche vera“".

Lei non ha mai usato il cognome nobile del nonno. "No, come fece anche mio padre, quando le persecuzioni, i processi per omosessualità colpirono tutta la famiglia, continuo a utilizzare il cognome Holland, che era quello che adottò la moglie di Oscar, quando, dopo la condanna del nonno, fu costretta a lasciare il paese. Ho sempre avuto il timore che se fossi un ’Wilde’ verrei giudicato per la parentela e non per quello che sono o faccio. Tanti decenni fa, mio padre mi chiese di pensarci, gli risposi che il legame con lui, Holland, era più solido di quello con un nonno che non ho mai conosciuto. Ripensandoci, non so adesso cosa sceglierei, ma è passato troppo tempo".