Per mettere alla prova la fedeltà delle loro fidanzate Dorabella e Fiordiligi, i due ufficiali Ferrando e Guglielmo si travestono da stranieri. E la furba cameriera Despina, pure abbigliata in altre vesti, fa firmare alle ragazze un finto contratto nuziale. Succede nel Così fan tutte, la scuola degli amanti di Mozart e Da Ponte. E allo stesso modo, nelle Metamorfosi di Ovidio, gli dei si trasformano per le loro conquiste: Giove diventa un cigno per sedurre Leda e un toro infuocato per rapire Europa. "Per il mito classico, come per Mozart e Da Ponte, mutare sembianza è il comune strumento di seduzione di uomini e dei", dice Milo Manara, 79 anni, fra i più celebri fumettisti e illustratori italiani che della sensualità ha fatto la sua cifra artistica. Proprio lui ha firmato scene e costumi del Così fan tutte che andrà in scena a fine mese al Comunale Pavarotti Freni di Modena, una coproduzione internazionale (che ha debuttato lo scorso anno a Jesi) con la regia di Stefano Vizioli e la direzione di Aldo Sisillo. E già da domani, fino al 12 gennaio, 27 opere originali di Manara, bozzetti a matita, acquerelli, prove per il boccascena e per gli abiti, saranno esposte al Museo della figurina di Modena per iniziativa della Fondazione Ago, in collaborazione con il teatro e con il Comicon. "Manara è un appassionato di opera e ha già lavorato per il teatro: ha realizzato manifesti per il San Carlo di Napoli o disegni di scena per spettacoli di David Riondino e Nicola Piovani, ma questo è il suo debutto nella realizzazione di un intero set di scenografie e costumi", spiega Claudio Curcio, presidente di Comicon e curatore.
Secondo Manara, il mito si addice al Settecento in cui venne composta l’opera: "I temi mitologici rientravano in un gusto neoclassico del tempo di Mozart – aggiunge Curcio –, e certamente in quell’epoca raffigurazioni di ninfe o divinità erano di casa. Le stesse illustrazioni create da Manara avrebbero potuto essere affreschi nell’abitazione delle due sorelle Dorabella e Fiordiligi". I disegni di Milo Manara per Così fan tutte sono coerenti con tutta la sua estetica, "e nel boccascena, costellato di ninfe, c’è tutto il suo immaginario della bellezza femminile – sottolinea il curatore –. Ed è molto interessante anche la contaminazione fra la cultura classica e il fumetto contemporaneo che si lega ad altre arti, la musica e la letteratura".
Manara (che oggi sta concludendo la trasposizione a fumetti de Il nome della rosa di Umberto Eco) ha dedicato al Così fan tutte un’intera estate: "Ho accettato questo incarico convinto dall’amore per Mozart di cui mi affascina tutto, compresa la Messa da Requiem – ha raccontato –. Alla fine ho trovato una chiave scenografica e ho detto sì". I suoi disegni, soffusi nelle tinte e passionali nell’eros, sono stati riprodotti su grandi tele che costituiscono la scenografia. Satiri, ninfe, amorini e dei fanno dunque cornice alle vicende turbinose degli amanti mozartiani: "Tutti gli elementi decorati permettono a Manara di rappresentare in alto quello che accade in basso, creando un movimento dialettico continuo fra ciò che è in scena e ciò che è di contorno", rivelano i realizzatori.
"L’audacia dell’opera di Mozart non sta tanto nell’affermare qualunquisticamente che così fan tutte – ha aggiunto Manara –, quanto nel riconoscere alle donne il diritto di fare l’amore, anche senza essere sposate o innamorate, senza condannarle se tradiscono. E poi accettare lo scambio di coppie che implica il riconoscimento che l’amore possa essere provvisorio. Un’apertura che fa fatica a essere accettata oggi".