Si era aperta esattamente un anno fa alla Vitrifrigo Arena con il debutto dell’Orchestra Olimpia tutta al femminile, e si è chiusa ieri all’Auditorium Scavolini con il coro ’Donna, vita, libertà’ che ha intonato canzoni popolari sulla condizione della donna nella società e nel mondo del lavoro. La città di Pesaro ha celebrato così i suoi dodici mesi da Capitale della Cultura italiana omaggiando la figura della donna, e riannodando il filo di un’esperienza dipanatasi in dodici mesi che resteranno come patrimonio cittadino incancellabile: da Marina Abramovic a Ryuichi Sakamoto, dalle lucciole di Sparks alla Bottega amletica testoriana fino alle centinaia di appuntamenti che hanno permeato ogni singolo comune della provincia.
"Non è un capitolo che si chiude – ha detto il sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi, in sostituzione del ministro Alessandro Giuli che all’ultimo ha dato forfait - ma un’eredità che resterà a testimonianza di una storia condivisa". Poi un ricordo personale di Gianfranco Mariotti, ex sovrintendente del Rof scomparso l’anno scorso, "molto importante nella mia formazone culturale", ha ricordato il viceministro, e una piccola stoccata per la scelta di aver aperto la giornata celebrativa con ’La Lega’, il canto delle mondine, e non piuttosto con l’inno di Mameli. Inno maldestramente recuperato alla fine, con il pubblico già in piedi e affaccendato verso l’uscita. Ad ogni cerimonia la sua polemica, come d’altronde avvenne un anno fa per i siparietti da commedia all’italiana di Bonolis con la direttrice Perrotta, da questa decisamente stigmatizzati.
Una giornata che ha vissuto il suo momento certamente più divertente e meno istituzionale con l’ospite d’onore, l’attore marchigiano Neri Marcorè, che si è cimentato in una carrellata di dialetti e cadenze locali da San Benedetto del Tronto a Pesaro. "Gli armamenti tirano più della cultura – ha poi osservato –: ma la cultura non è palpabile e i suoi effetti si misurano solo a lungo termine, per cui è necessario crederci e non basta una manifestazione. Per questo sono importanti le Capitali della cultura". Presenti, tra le molte autorità, oltre al sindaco Andrea Biancani e all’oggi europarlamentare Matteo Ricci – determinatissimo a centrare l’obiettivo di Capitale europea 2033 – anche il governatore Francesco Acquaroli e i primi cittadini di Agrigento, Francesco Miccichè, e di Gorizia, Rodolfo Ziberna. Tutti pronti a ricevere la ’torcia capitale’, italiana ed europea.
Benedetta Iacomucci