L’arte sociale di Soricelli, che racconta i morti sul lavoro

Apre oggi, a Palazzo d’Accursio a Bologna, l’antologica dell’artista che fissa lo sguardo sugli ’angeli’ del nostro tempo

L’arte sociale di Soricelli, che racconta i morti sul lavoro

Apre oggi, a Palazzo d’Accursio a Bologna, l’antologica dell’artista che fissa lo sguardo sugli ’angeli’ del nostro tempo

Arte e denuncia sociale sono un tutt’uno nella vita di Carlo Soricelli, recentemente più noto per il suo Osservatorio nazionale di Bologna morti sul lavoro piuttosto che per la sua radicale vocazione per la pittura, la scrittura, la scultura. A lui il Comune di Bologna dedica una mostra antologica che inaugura oggi nella Sala d’Ercole di Palazzo d’Accursio, con decine di opere esposte che rappresentano temi, tecniche, evoluzione e poetica dei primi cinquant’anni della sua ‘arte sociale’.

Emblematica la scelta di un suo angelo-barbone per l’immagine di apertura. Un paio d’ali che ha attaccato alla schiena di uomini e animali, operai, scrittori, cantanti, come Lucio Dalla, sindacalisti, e tanti morti sul lavoro. Ogni colpo di pennello racconta dell’evoluzione del nostro paese, ma vedendo la storia con gli occhi dei più deboli, degli ‘ultimi’ insomma, fra i quali si mette anche lui, così distante dal cliché dell’artista tutto genio, sregolatezza e vita mondana vissuta gomito a gomito con le gallerie d’arte.

"Carlo Soricelli fissa lo sguardo dove gli altri girano la testa e con la sua capacità artistica genera consapevolezza, ci mostra ‘L’inferno dei viventi’" scrive il curatore dell’esposizione, Luciano Pantaleoni, nell’introdurre il catalogo che contiene la scelta delle opere più rappresentative di mezzo secolo di lavori, conservati nella residenza artistica di Case Trogoni (Granaglione) e nel sorprendente scantinato di un condominio alla Croce di Casalecchio, a poca distanza della sua abitazione di Ceretolo. Ad introdurre il catalogo con scritti di Sergio Lo Giudice, Donatella Dammacco, Mattia Fontanella, Athos Gamberini, Maurizio Landini, Giorgio Langella, Enrica Majo, Monica Michielin, Walter Vitali e monsignor Matteo Zuppi, uno scritto di Pier Ferdinando Casini che spiega come "dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione e da cui ha preso vita l’Osservatorio indipendente sulle morti bianche... Mi sembra giusto sottolineare che l’esposizione delle sue opere nella sede del Comune rappresenta anche l’adempimento di un debito di riconoscenza della città di Bologna nei riguardi di un artista di grande valore". Una riconoscenza espressa anche dal cardinale Zuppi che gli rivolge "un grande grazie per l’attenzione soprattutto per quanto fai per il mondo del lavoro, con passione e intelligenza, dimostrando che con poco si può fare moltissimo". La mostra inaugura oggi alle 17 a Palazzo d’Accursio, a Bologna.

Gabriele Mignardi