"C’è un’indubbia continuità tra le nuove canzoni e il nostro percorso" spiegano Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina de La Rappresentante di Lista parlando dello spettacolo con cui presentano il nuovo album ’Giorni felici’ questa sera alal Teatro Comunale di Carpi e il 23 novembre all’Estragon di Bologna. "Ce ne accorgiamo ogni sera nel vedere come passato e presente dialoghino tra loro – ammette Mangiaracina –. Anche se io prima avevo i capelli rosa e lei biondi, siamo sempre gli stessi. Ovvio che il tempo trasformi le cose, ma la strada rimane una".
Il titolo rimanda al celebre dramma di Samuel Beckett, con le sue memorie strehleriane, trasformandovi un po’ in una Winnie e in un Willie pop.
Mangiaracina: "Un po’ di quel retaggio indubbiamente c’è, ma i nostri ‘Giorni felici’ li pensiamo come un punto di domanda rispetto a quel che viviamo adesso, ma anche a quel che abbiamo attraversato. Fa impressione pensare che a volte ci si costringa ad una felicità forzata".
Perché?
Lucchesi: "Come canto in un brano, ‘la televisione ha detto che tutto è a posto’. Sembra quasi che qualcuno voglia silenziare possibili alternative ad un sentimento incanalato verso un’unica direzione, togliendo tutta la parte del dolore, degli anni che passano, delle difficoltà da affrontare, che si porta dietro. Da qui la paura dell’imprevisto e del manifestarsi di un sentimento, magari, non pianificato".
Un viaggio dentro di voi.
Lucchesi: "Nella costruzione di questo disco ci siamo ritrovati su una montagna russa sentimentale, con pulsioni a volte contrastanti tra di loro, originate da una rabbia latente, mista a sofferenza nell’osservare questi tempi".
Mangiaracina: "A volte è stata solo l’illusione di attraversare giorni felici e poi ritrovarci, come i Willie e Winnie di Beckett, sepolti fino alla testa, ma convinti di vivere ‘another heavenly day’".
Undici nuove canzoni attinte dal quotidiano.
Lucchesi: "Tutto parte dal mondo che scrutiamo attraverso lo spioncino della porta. Ma anche da quell’autoanalisi che ti permette di scoprire quanto, in fondo, certe dinamiche personali siano lo specchio di quel che stai vivendo. Di quello che il mondo ti rimanda. Una felicità disturbata, come il palloncino sulla copertina del disco, che vola oltre il tetto di casa, il luogo più rassicurante delle nostre esistenze. Un luogo capace però in certi momenti di trasformarsi in altro lasciando che quelle quattro mura custodiscano situazioni di una violenza inaudita, con un divano che spalanca le fauci e ti inghiotte originando traumi da curare sul lettino dello psicologo...".
Cosa c’è nel vostro parcheggio dei sogni?
Lucchesi: "Stiamo provando a costruire un tour internazionale, traducendo pure delle canzoni, per provare a vedere che effetto fa all’estero la nostra musica. Un’idea che è nell’aria già da tempo, ma per una serie di circostanze non siamo ancora riusciti a realizzare. Trovo allettante metterci in gioco in contesti diversi dove la musica ha un ruolo diverso rispetto a noi".