ANDREA SPINELLI
Cultura e spettacoli

La musica di Colapesce Dimartino: "Deve attingere alla poesia"

Il duo questa sera al Pavaglione di Lugo per Ravenna Festival. "Le canzoni raccontano storie"

La musica di Colapesce Dimartino: "Deve attingere alla poesia"

La musica di Colapesce Dimartino: "Deve attingere alla poesia"

La voglia di niente che si respira in questi primi giorni d’estate riporta la musica legger(issim)a di Colapesce e Dimartino, in concerto stasera sera al Pavaglione di Lugo sotto l’egida del Ravenna Festival. La sola tappa romagnola di un Lux Eterna Beach Estate 2024 che vede Lorenzo Urciullo e Antonio Di Martino in scena pure sui prati di Monte Moscosi ad Apiro-Poggio San Vicino (Macerata) il 7 luglio nell’ambito di Risorgimarche e in Piazza Matteotti a Imola il 6 settembre. "Proporremo canzoni dell’ultimo disco, ma anche del predecessore I mortali e della colonna sonora del nostro debutto sul grande schermo La primavera della mia vita" anticipano. "La formazione rimane la stessa del tour invernale irrobustita, ai fiati e alle tastiere, da Enrico Gabrielli dei Calibro 35. Sul palco siamo in sette e questo garantisce un bel suono corposo".

La recezione di ’Lux Eterna Beach’ è stata quella che vi attendevate?

"Siamo molto soddisfatti del feedback tanto da parte della stampa che del pubblico. Anche perché non si trattava di un album immediatissimo, ma bello strutturato, complesso, con tanti discorsi e vari livelli di lettura, quindi il rischio in questo particolare mento storico dove tutto è veloce poteva essere quella di non essere recepito appieno. Ma, forse, era più una nostra paranoia smentita poi da singoli come Sesso e architettura o la sanremese Splash. Ogni brano ha seguito un suo percorso".

La mancanza di separazioni fra i vostri cognomi sta a significare che vi sentite un gruppo?

"Venendo entrambi da esperienze di band, siamo abituati a lavorare con quell’approccio".

Una musica può fare?

"La canzone non dovrebbe essere giudicante, schierata, ma attingere alla tridimensionalità e a quel non detto che caratterizza spesso la poesia. Più che raccontare il mondo così come lo vorremmo, la canzone dovrebbe dare all’ascoltatore una prospettiva. Raccontare storie".

Dal vivo ’Ragazzo di destra’ ("Fragile faccia nera / Sei sul ciglio di una scogliera / Come me hai paura / Ma è una splendida sera") suscita entusiasmi?

"Nel tour invernale ci siamo accorti che era, inaspettatamente, una delle più cantate. Pure al Primo Maggio. Evidentemente molti ragazzi si ritrovano nel suo messaggio. Non ce l’aspettavamo".

In repertorio c’è pure ’Rosa e Olindo’, brano de ’I mortali’ che irrompe nella cronaca parlando di "due cuori e una condanna".

"Volevamo scrivere una canzone d’amore universale, raccontando la storia di due che si amano a prescindere dal contesto in cui si trovano. Quando ho letto che Olindo Romano aveva chiesto una ‘cella matrimoniale’ per continuare a vivere con la sua Rosa nonostante l’ergastolo, abbiamo pensato a una specie di ‘Romeo e Giulietta’ dietro le sbarre".

Eseguite una canzone anomala come ’Toy boy’ duettata tre estati fa con Ornella Vanoni?

"Quel pezzo negli eventi in acustico la eseguiamo spesso, ma in questo concerto no".