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Grignani, la storia fra le pagine: "I miei mostri, Elvis e i cowboys"
All’inizio era "tra le dita". Ora la storia di Gianluca Grignani è tra le 240 pagine di un libro edito da Edizioni San Paolo, il cui sottotitolo racchiude tutta l’essenza: Diario sincero di un artista. "In questo libro racconto aspetti di me che non ho mai detto – rivela –. Sono cose che non tutti hanno il coraggio di dire, non tutti sanno dire o possono dire. E che vale la pena di leggere". Nei capitoli, che prendono il nome da alcune delle sue canzoni più famose, Grignani racconta la sua infanzia segnata dal rapporto travagliato con i genitori e da esperienze traumatiche, il successo raggiunto quando era ancora giovanissimo, talmente improvviso e clamoroso che ha rischiato di travolgerlo. Una narrazione, arricchita da racconti e poesie inedite, che domani, alle 20.30, presenterà al Pincio di Fano (Pesaro e Urbino) in occasione di Passaggi Festival. Il rocker parteciperà all’evento con Eugenio Arcidiacono che ha scritto con lui quest’autobiografia intitolata Residui di Rock’n’Roll, proprio come il suo ultimo tour e come il primo capitolo della futura trilogia discografica Verde Smeraldo. L’appuntamento è moderato da Valentina Farinaccio, mentre il libro è completato dalla prefazione di Irama e la postfazione del produttore Stefano Senardi.
Grignani, cosa l’ha convinta a raccontarsi così intimamente?
"È un mio grande difetto parlare troppo. Però in questo caso ho voluto raccontare quello che non si sapeva di me perché ne valeva la pena. A distanza di tempo lo rifarei così. A me piace molto e vedo che sta piacendo. È stata una bella esperienza, che forse rifarò".
Quali sono i mostri che ha dovuto affrontare?
"Quelli che avevo sotto il letto da bambino. Ogni tanto se ne fa rivedere qualcuno, in forme diverse. Nella vita è così: ognuno di noi deve affrontare dei mostri. L’importante è alzarsi la mattina da quel letto".
Quando da bambino si alzava dal letto, cosa sognava?
"Da piccolo mi piacevano due cose: i cowboys ed Elvis Presley. Sognavo di diventare gli uni e l’altro. Direi che sono andato abbastanza vicino ad entrambe le cose".
Le tre persone più importanti nel suo percorso?
"Sono quattro, i miei figli. Se invece si riferisce ai colleghi: Lucio Dalla e Califano che purtroppo non ci sono più. Poi ho tanti altri che stimo, ma non voglio far torto a nessuno".
L’introduzione al libro l’ha affidata però a Irama. Perché?
"Perché è un artista di cuore e di spessore. Sapevo che tre parole sue valevano mille di altri. E poi rappresenta per me l’artista più eclettico della sua generazione. Lo ammiro molto. Credo sia unico".
Come sta andando il tour?
"Benissimo. È sempre sold out. Al prossimo appuntamento in programma il 7 agosto a Roseto degli Abruzzi abbiamo aggiunto una nuova e ultima data il 14 agosto a Locarno (Svizzera)".