BENEDETTA CUCCI
Cultura e spettacoli

Fumettibrutti, insultata a Bologna: "Mi ha detto che gli facevo schifo, nessuno è intervenuto”

“Ecco la donna che sono oggi”. L’artista trans presenta il memoir ‘Tutte le mie cose belle sono rifatte’

Josephine Yole Signorelli, classe 1991, catanese di nascita ma bolognese da tempo

Josephine Yole Signorelli, classe 1991, catanese di nascita ma bolognese da tempo

Bologna, 14 novembre 2024 – Questa sera alle 20.30 Fumettibrutti, al secolo Josephine Yole Signorelli, classe 1991, catanese di nascita ma bolognese da tempo, presenta all’Oratorio di San Filippo Neri, sotto le Torri, il reading del fumetto Tutte le mie cose belle sono rifatte, tratto dall’omonimo libro memoir appena uscito per Feltrinelli Comics, che racconta le storie degli interventi fatti, la chirurgia che l’ha spinta a girare l’Italia fino ad arrivare in Thailandia, il suo percorso di transizione. Tutto ciò che significa per lei parlarne. Attualmente sta scrivendo un romanzo e in futuro la sua vita diventerà anche una serie tv.

Fumettibrutti, per molte persone il tema del memoir e dell’autobiografismo sta dilagando nella letteratura. Eppure libri come i suoi sono importanti. Che ne pensa?

"Dipende chi fa questa osservazione e in che momento, perché alla fine è una questione di gusti; poi che ce ne siano tanti è vero. Uno dei miei memoir preferiti è Fame di Roxanne Gay, scrittrice statunitense scoperta anni fa quando non ero proprio una lettrice di memoir, poi ho capito che mi piacevano. Ho trovato molto bello quello di Britney Spears. Viviamo in una situazione in cui c’è bisogno di raccontare queste storie e siccome so che alla fine Instagram e i social sono un passaggio nella vita di un’artista e i contenuti che metti passano – anche se hai fatto qualcosa di importante –, ho pensato di voler lasciare scritte le cose che vivo e penso in questo momento".

Sui social lei è diventata molto famosa.

"Sì, in pochissimo tempo. Coi libri è andata un po’ diversamente. Stavo preparando questo fumetto per l’Accademia di Belle Arti, quindi stavo già lavorando al mio primo libro Romanzo Esplicito, quando Feltrinelli si è interessata a fare un libro e io ho dato la mia tesi di laurea che hanno pubblicato. Poi è arrivato P., poi Anestesia, le tv, le riviste, tutto il resto".

Com’è stato ripercorrere la sua vita in questo libro?

"Mentre nella Trilogia Esplicita le cose le avevo raccontate a distanza di tempo quasi ravvicinata, adesso c’è una distanza che mi ha permesso di raccontarle. Mi sono sentita io stessa diversa".

Per questo l’ironia è tanta?

"Il libro fa così ridere anche per un motivo ’tecnico’, perché ho smesso di usare i social come facevo prima. Certe battute verrebbero censurate, non verrebbero capite. Quelle a sfondo sessuale non sono più contenuti pubblicabili, non per il pubblico, ma per la censura operata. A un certo punto ti annoi se non puoi fare le cose come vuoi, ma nel mio cervello ero piena di battute e ho pensato di metterle nel libro: quindi anche se i racconti sono tra i più drammatici per me, fanno ridere".

Cosa significava per lei un tempo diventare donna e cosa sente oggi?

"Il significato nella mia mente è cambiato. Io non sapevo di essere già donna. La svolta arriva quando capisci che trans non si diventa ma si nasce, cosa che posso dire perché la vivo in prima persona, e inizi ad avere un punto di vista diverso sulle cose. Io parlavo di ’diventare’ ma non si tratta di diventare, io sono sempre stata così. Ovviamente ho dovuto studiare, imparare. Crescendo le cose sono migliorate, ho avuto la forza di fare coming out, che poi non conviene farlo perché ti senti molto vulnerabile: lo fai se te la senti ed è un grande regalo per chi ti segue. Detto questo non c’è un modo di essere donna, è legittimo esserlo in tutte le misure, basta non essere escludenti o str... col prossimo".

In queste ore ha raccontato di essere stata offesa gratuitamente da un uomo alla fermata del bus, a Bologna. Ha poi ricevuto sui social moltissima solidarietà. Come si sente?

"Ho pensato se parlarne o meno su Instagram e alla fine ho deciso di farlo perché questa cosa può essere utile a tutte le persone che magari non hanno la prontezza di reagire e subiscono in silenzio. Mi ha molto colpito che nessuno è intervenuto per aiutarmi".