Edoardo Prati, l’influencer latinista: "Incontro la gente per la prima volta"

Domani sera a Villa Torlonia di San Mauro Pascoli il suo debutto con ’Cantami d’amore’, versi e musica

Edoardo Prati, l’influencer latinista: "Incontro la gente per la prima volta"

Edoardo Prati, l’influencer latinista: "Incontro la gente per la prima volta"

di Raffaella Candoli

Una cascata di riccioli scuri, occhiali da vista con montatura leggera, voce profonda e più matura dei suoi vent’anni: Edoardo Prati debutta sul palco di Villa Torlonia a San Mauro Pascoli, dopo una breve residenza artistica, venerdì alle 21,30, con il suo primo spettacolo ’Cantami d’amore’, inserito in Revèrso, cartellone estivo di Villa Torlonia Teatro a cura di Sillaba. Riminese, studente di Lettere classiche a Bologna, influencer in letteratura classica, divulgatore social, latinista, dantista, Prati è regista della propria performance, scritta insieme a Manuela Mazzocchi ed Enrico Zaccheo. Il giovane, che conta oltre 500 mila follower su Instagram e milioni di visualizzazioni su TikTok ed è stato invitato ad alcune trasmissioni tivù in qualità di ospite per così dire inconsueto, conduce con naturalezza il pubblico attraverso un viaggio tra letteratura e musica, compiuto con le parole che poeti e scrittori del passato hanno usato per cantare d’amore.

Edoardo, oggi alcuni giovani con la vocazione alla comunicazione parlano alla società attraverso parole e musica rap, che però non sono il massimo dal punto di vista linguistico.

"È chiaro che è musica che non ascolto e che si esprime con un italiano contaminato, ma non esprimo un giudizio, la musica è un fatto di gradimento privato. Non la demonizzo. Certo è che il rap è un fenomeno sociale".

Quando dalla sua stanza ha pensato di uscire per mostrarsi ad una platea?

"Devo dire di essermi allenato molto attraverso i social e di avere capito che era possibile avere un riscontro ’fisico ravvicinato’ con la gente e nella mia esposizione al pubblico farò ascoltare versi e musica di mio gradimento".

Grande empatia e dimestichezza con i classici. Con la matematica come la mettiamo?

"Il rapporto è travagliato. Nel corso delle scuole medie ho attraversato momenti di vero odio e di insuccessi. Direi che non ero predisposto, per limiti miei e forse di un insegnante che non me l’ha fatta amare. L’ho sempre considerata materia fredda, distante, sinonimo di perfezione. Ma ora vi ho fatto pace, anzi, mi pento di non averla coltivata".

Ci risulta che anche con il latino non sia stato amore a prima vista.

"Al terzo anno del liceo l’ho avuto come debito formativo. Ero ‘piccolo’, e il dovermici applicare durante quell’estate mi ha fatto comprendere la pienezza della lingua e degli autori che con essa si sono espressi".

Perdoni l’insistenza sulla scuola, ma come era considerato dai compagni?

"Beh (sorride imbarazzato), per saperlo vi rimando all’appuntamento a Villa Torlonia, luogo stupendo, fonte di ispirazione per Pascoli e che ho visitato per la prima volta pochi anni fa, proprio nel corso di una gita scolastica".

È fidanzato? È quello l’amore che canta?

"Sì, sono fidanzato con una ragazza molto riservata. Citarla è già troppo e dunque, non dico il nome. Spero sia orgogliosa di me, non per questa mia piccola notorietà che non le interessa, ma per i sentimenti che esprimo, che comunque, non sono necessariamente tra uomo e donna, ma l’incontro con se stessi. Tutti abbiamo bisogno d’amore, attraversiamo difficoltà che invocano dolcezza, un ritorno all’Umanesimo. Oggi è diffuso un senso di solitudine; quando invece ci si rende conto che non siamo i primi, né gli ultimi ad essere afflitti da qualche pena, già descritta per esempio da Dante, allora si capisce di non essere soli".