Bologna, 10 gennaio 2021 - Lotta al coronavirus: da domani, lunedì 10 gennaio, ricomincia la sequela di trattaive con Regioni, Comitato scientifico e tra ministeri sui nuovi parametri che verranno inseriti nel decreto che regoleranno le nostre vite da venerdì 16 gennaio, giorno in cui si svolgerà anche il nuovo 'esame' delle regioni e che potrebbe riservare il passaggio in zona rossa, soprattutto per Emilia Romagna, Veneto, Friuli, provoincia di Bolzano. Anche le Marche sono molto a rischio, i dati dei prossimi giorni sono determinanti.
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AGGIORNAMENTO / Nuovi criteri per la zona rossa: l'ira di Bonaccini
Mercoledì 13 gennaio, alle 15, il ministro della Salute Roberto Speranza risponderà al question time alle Camera: in quella sede chiarirà certamente molti punti che per ora possono essere solo anticipati: pare che si studi un nuovo rinvio della stagione sciistica e il ritorno alla lezioni in presenza alle scuole superiori dal 1 febbrario per tutta Italia.
I nuovi parametri
E'è già stato messo nero su bianco l'abbassamento della soglia Rt che determina in passaggio in zona arancione (Rt uguale o superiori a 1) e in zona rossa (Rt 1,25). Tra i numeri che gli esperti tengono in grande considerazione c'è il tasso di occupazione dei letti in terapia intensiva che non dovrebbe superare il 30%. Ed è proprio sul qualla cifra che si ferma il dato medio nazionale (dati di ieri, 9 gennaio). E il tasso di ricovero dei malati covid nei reparti non critici non dovrebbe superare il 40% (la media italiana è al 36%). Ma adesso, gli esperti premono perché venga inserito un nuovo parametro che riguarda l'incidenza dei positivi su 100mila abitanti. Se il tasso supera la soglia dei 50 in sette giorni, o dei 250 in una settimana scatterebbe automaticamente il passaggio in zona rossa
Zona arancione: l'autocertificazione per gennaio in Pdf
Gli indicatori dell'ultimo bollettino
"L’epidemia si trova, in una fase delicata che sembra preludere a un nuovo rapido aumento nel numero di casi nelle prossime settimane, qualora non venissero definite ed implementate rigorosamente misure di mitigazione più stringenti", recita a chiare lettere l'ultimo report dell'Agenzia nazionale per i Servizi sanitari regionali che ogni settimana pubblica i dati sulla base dei quali venfgono poi prese le decisioni sui cambi di colore delle regioni.
Il rapporto evidenzia anche un altro punto critico: "Un aumento dell’incidenza a livello nazionale negli ultimi 14 giorni: 313,28 per 100.000 abitanti del periodo 21 dicembre-3 gennaio contro 305,47 per 100.000 abitanti della quindicina precedente 14-27 dicembre". Nella settimana tra il 28 dicembre e il 3 gennaio la media nazionale è 166.
Gli indicatori dell'Emilia Romagna
L'indice Rt è a 1,05 e infatti l'Emilia Romagna è già passata in zona arancione. Il tasso di occupazione dei malati covid nelle terapie intensive è al 32%, superiore alla media nazionale, così come quello nei reparti non critici che è al 44%: entrambi i valori sono stabili. Quella che è in crescita è l'incidenza per 100mila abitanti: tra il 28 dicembre e il 3 gennaio il dato era a 242, ma la settimana successiva (31 gennaio - 9 gennaio) è già a 281. Preoccupa quindi il trend di deciso aumento e, comunque, il valore è già sopra alla soglia per la dichiarazione della zona rossa. La valutazione di impatto, così come la classificazione di rischio nell'ultimo report è: alta.
Veneto verso la zona rosssa
Il Veneto ha il 35% dei letti di terapia intensiva occupati da malati covid, ma registra un trend in lieve calo. I malati covid nei reparti non critici sono 42%, valore stabile. L'indice Rt nell'ultima valutazione è a 0,97% (quindi al di sotto della zona arancione, anche se di un soffio). Ma ha un'incidenza per 100mila abitanti molto alta: nella settimana tra il 28 dicembre e il 3 gennaio era a 454 su 100mila, nella settimana successiva tra il 3 e il 9 gennaio è lievemente calata a 447. Un valore comunque di altissima allerta. Per questo, il governatore Luca Zaia ha chiesto - e ottenuto - che il Veneto passasse in zona arancione già da lunedì 11 gennaio. Ma i valori dell'incidenza condannano la regione al passaggio al massimo delle restrizioni previste, quelle rosse.
Nuovo Dpcm: stretta sui parametri. Così le Marche rischiano la zona rossa
Gli indicatori delle Marche
Le Marche sono tra le regioni considerate a rischio: con un Rt di 0,93, le Marche sono rimaste in zona gialla all'esame di venerdì scorso. E almeno per la prossima settimana, resteranno tali. Ma all'analisi di venerdì 15 rischiano un brusco risveglio. L'incidenza sui 100mila casi è in crescita: nella settimana 28 dicembre - 3 gennaio era al 242, in quella successiva (3 - 9 gennaio) è scesa a 201. Il 33% dei letti di terapia intensiva è occupato da malati covid, con un trend in aumento. E, soprattutto il 45% dei pazienti nei reparti non acuti sono malati di coronavirus.
Zona bianca
Nel prossimo provvedimento, che sia un Dpcm o un Decreto, dovrebbero essere inserite anche altre novita: la zona bianca (o verde), per cominciare. scatterebbe per le regioni che hanno un incide Rt uguale o inferiore a 0,5 (che, all'ultima rilevazione nessuna regione ha) e con un'incidenza di 50 positivi ogni 100mila abitanti per sette giorni di seguito. In questo regime vengono confermate le regole base: mascherina e distanziamenti obbligatori, coprifuoco dalle 22 alle 5 confermate. Ma in compenso, potrebbero riapre cinema, teatri e musei. Via libera anche a piscine e palestre. Bar e ristoranti potrebbero lavorare senza nessuna restrizione. Nessuna limitazione nemmeno per gli spostamenti.
Una delle ipotesi al vaglio del Governo per il prossimo Dpcm sarebbe quella di varare una stretta anti-movida, vietando l'asporto dalle 18 esclusivamente per i bar. Saranno quindi consentite solo le consegne a domicilio. La proposta dovrà comunque essere sottoposta alle regioni nel vertice di domani con il ministro per gli Affari Regionali, Francesco Boccia. Sul tavolo c'è anche la possibilità di riaprire i musei, ma soltanto nelle regioni gialle.
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