Zona gialla: quanto rischiano oggi Emilia Romagna, Marche e Veneto

In vigore dal 6 dicembre il super Green pass, necessario per entrare in locali al chiuso e che si ottiene solo se vaccinati o guariti. Continua la crescita dei dati Covid nelle tre regioni, che presentano un'incidenza molto alta, mentre l'occupazione delle terapie intensive è vicina o superiore alla soglia d'allarme. L'analisi dettagliata del monitoraggio settimanale

Bologna, 5 dicembre 2021 - "Continua per la sesta settimana consecutiva l’aumento generalizzato del numero di nuovi casi di infezione, in particolare sotto i 20 anni ma anche nella fascia di età 30-49 anni", viene segnalato nell'ultimo monitoraggio nazionale dei dati Covid. L'incidenza, cioè il numero dei contagi ogni 100mila abitanti, nel giro di una settimana è passata da 112 a 140, mentre terapie intensive e reparti Covid sono occupati all'8%. L'indice Rt è a 1,20 (in calo da 1,23).

L'aggiornamento "Veneto in zona a gialla a Natale". La previsione del governatore Zaia

Rischio zona gialla: il confronto dei dati di Emilia Romagna, Marche e Veneto
Rischio zona gialla: il confronto dei dati di Emilia Romagna, Marche e Veneto

Nonostante la diffusione dell'epidemia in Italia sia sotto controllo, il governo ha approvato, a partire da domani 6 dicembre, l'entrata in vigore del super Green pass. Una misura che sarà valida fino al 15 gennaio 2022 ed è una delle nuove disposizioni urgenti per il contenimento del Covid-19 e per lo svolgimento in sicurezza delle attività economiche. Il Green pass rafforzato sarà possibile averlo solo se vaccinati o guariti e permetterà di frequentare liberamente i locali al chiuso, come ristoranti, bar, teatri, cinema o stadi. Tramite tampone molecolare o antigenico, invece, si otterrà il Green pass base che comunque sarà obbligatorio per utilizzare i mezzi di trasporto pubblici, ma anche per andare in palestra o in piscina, così come per entrare a lavoro.

Super Green pass: cosa cambia in zona bianca

In Emilia-Romagna, Marche e Veneto, intanto, i dati Covid continuano la loro crescita regolare. Soprattutto sale l'occupazione degli ospedali, ma nemmeno l'incidenza accenna a scendere. Anzi in tutte e tre le regioni ha superato la soglia dei 150 casi, in Veneto addirittura dei 250.

Entriamo nel dettaglio con l'analisi dell'ultimo monitoraggio Covid, messo a disposizione dal Ministero della Salute. È il numero 81 e prende in considerazione la settimana dal 22 al 28 novembre. (Qui l'analisi del monitoraggio precedente, il numero 80).

Emilia-Romagna

L'indice Rt sale a 1,33 (dall'1,26 precedente), così lo scenario epidemiologico passa dal tipo 2 al 3, dove la trasmissibilità sostenuta e diffusa può portare a rischi nel medio periodo. Questo anche perché sale compatta l'occupazione ospedaliera, che dal 7% di una settimana fa, ora è a 8% sia per le terapie intensive che per i reparti non critici. E le prime in particolare si avvicinano alla soglia d'allarme che è il 10%. Il 9 dicembre, tra l'altro, erano arrivate al 9%. 

Alta anche l'incidenza (numero dei casi ogni 100mila abitanti): da 142.03 a ben 193.02, fino a 198.07 nei giorni 26 novembre-2 dicembre. Sempre di più i casi settimanali. Se nel monitoraggio scorso ne erano stati segnati 6.314, in quest'ultimo sono 8.581. E continua, tra l'altro, a salire anche la percentuale dei tamponi positivi al Coronavirus, escluse per quanto possibile le attività di screening: dall'8% al 10%.

Le uniche a non variare sono le valutazioni. Quella di impatto sugli ospedali rimane 'bassa'. 'Moderate' sono la classificazione complessiva di rischio e la valutazione di probabilità di diffusione del virus.

La regione rimane in zona bianca, perché nonostante l'incidenza abbia superato la soglia dei 50 casi, le terapie intensive non sono al 10% né i reparti non critici al 15%. I casi settimanali, però, sono per numero simili al periodo di inizio febbraio, che ha visto poi una crescita fino a 15-19mila contagi a marzo 2021.

Marche

Le terapie intensive sono al 10% (come nel monitoraggio scorso), quindi sulla soglia di allarme. Al 10% sono arrivati anche i reparti non critici dall'8% di una settimana fa. Significa che c'è 'solo' un 5% di occupazione dei reparti Covid a distanziare le Marche dalla zona gialla. Questo perché l'incidenza è sopra i 50 casi già da quattro settimane, arrivando fino a 168.64 nell'ultimo monitoraggio (in quello prima era a 125.88), mentre nei giorni 26 novembre-2 dicembre si avvicina ai 200 casi,192.6 per la precisione. 

In più, anche in questa regione sale la percentuale dei tamponi positivi al Coronavirus, escluse per quanto possibile le attività di screening: dal 6% al 7%. Così i casi settimanali passano da 1.890 a 2.532. L'unico dato a scendere è l'indice Rt, che da 1,27 ora è 1,22.

Qui il ritmo del contagio è simile a quello di febbraio 2021, ma con la grande differenza che allora i ricoveri generavano tra il 30 e il 50% dell'occupazione dei posti letto in ospedale. La situazione è sicuramente diversa, ma in caso di ulteriore salita delle percentuali dei reparti non critici nelle prossime settimane, si potrebbe parlare di un rischio zona gialla, per ora non effettivo. 

Veneto

Tutta un'altra situazione per il Veneto. Come nelle Marche, il passaggio in zona gialla è scongiurato dai reparti non critici che, seppur in salita, sono al 9% (dal 7% di una settimana fa), quindi lontani dalla soglia del 15%. Le terapie intensive, invece, il limite d'allarme (10%) l'hanno superato e da un'occupazione all'8% della settimana scorsa ora sono ben al 12%

L'incidenza poi galoppa. Da 210.06 a 285.75, fino a 317.1 nei giorni 26 novembre-2 dicembre. Cresce ancora, pur di poco, l'indice Rt, che dopo aver implicato il passaggio nello scenario di tipo 3 una settimana fa (significa che la trasmissibilità sostenuta e diffusa può portare a rischi nel medio periodo) ora ha raggiunto l'1,39 (da 1,35).

I contagi settimanali, precedentemente 10.193, sono stati 13.866. Una situazione al limite. Eppure la classificazione complessiva di rischio è passata da 'alta' a 'moderata ad alta probabilità di progressione'. La crescita dei dati aveva avuto un balzo consistente in avanti nel monitoraggio della settimana scorsa. In questo, nonostante l'avanzamento dell'epidemia, la crescita è moderata. I dati, però parlano chiaro. Il rischio di passare in zona gialla c'è