Bologna, 28 novembre 2020 – Sempre lì, lì nel mezzo. Da una vita da mediano a una vita da zona arancione, non serve Ligabue a cantare la permanenza dell’Emilia Romagna e delle Marche nella ‘zona di mezzo’ verosimilmente fino al 3 dicembre, con tutte le restrizioni che essa comporta. La buona notizia è che però sembra ormai assodato il passo indietro con tanto di pennellata gialla a partire dal 4 dicembre, quando entrerà in vigore il nuovo Dpcm governativo. Poco meno di una settimana insomma e il ritorno al passato, supportato da adeguati dati epidemiologici sull'adanemnto dell'epidemia da Coronavirus, porterà ad un allentamento delle restrizioni dovuto al miglioramento dei 21 indicatori che misurano il rischio delle varie regioni.
Secondo questo criterio, già da domani tuttavia alcuni territori cambieranno colore e regole, a partire dal passaggio della Lombardia da rossa ad arancione. Con lei, il Ministro della Salute Speranza ha poi indicato lo stesso calo di gradazione cromatica anche per Piemonte e Calabria. Già da domenica dall’arancione torneranno al giallo invece Liguria e Sicilia, mentre vengono confermate in zona rossa almeno fino al 3 dicembre Toscana e Campania. Come per l’Emilia Romagna e Marche, nessuna variazione infine per Friuli Venezia Giulia, ancora arancione. Ma dal prossimo venerdì, come cambieranno le cose?
Da zona arancione a gialla: ecco cosa cambia
Il passaggio, o meglio il ritorno in zona gialla comporterà anzitutto la riapertura di bar, ristoranti ed esercizi pubblici assimilabili dalle 5 alle 18, sollevando di fatto la limitazione al solo servizio d’asporto h24.
Non sarà poi più necessaria l’autocertificazione per gli spostamenti all’interno della regione e di fatto si solleva il divieto di cambiare comune se non per motivi di necessità. L’autocertificazione resterà invece necessaria nel caso di spostamenti verso una regione a più alto grado di rischio e sempre e solo per comprovate esigenze improrogabili.
Resterà in vigore il coprifuoco, con divieto di spostamento dalle 22 alle 5 salvo eccezionalità comprovate. Chiusi erano e rimarranno poi musei e mostre, sagre e simili. Tornerà invece ad essere consentita l’attività motoria e sportiva all’aperto senza limiti di spostamento fra comuni o di prossimità al domicilio.
Sempre al 50% la capienza dei trasporti pubblici e dad ancora al 100% per gli studenti delle scuole superiori e università.
Verso il Natale: le ipotesi
Nel corso delle valutazioni avviate stamane dal Governo in vista del Dpcm del 4 dicembre, nevralgico è ovviamente il salvataggio del Natale senza però incappare nel temuto ‘liberi tutti’. Per questo le principali ipotesi al vaglio parlano di ristoranti chiusi anche a Natale e Santo Stefano e spostamenti tra Regioni limitati ai residenti. Non è escluso tuttavia che verranno presi anche provvedimenti ad hoc per i giorni caldi come Natale e Capodanno. La battaglia secondo fondi governative si starebbe poi giocando sulla riapertura delle scuole superiori, con le Regioni contrarie al via libera già a dicembre.
I negozi potrebbero invece essere aperti fino alle 21 per evitare assembramenti e lo stesso coprifuoco potrebbe slittare in avanti di un’ora, alle 23, anche se l’ipotesi più accreditata resta invece l’estensione dello stesso, dalle 22 alle 6, non più alle 5. Il no alle feste private nei locali pubblici è ovviamente categorico e per gli ospiti a casa il suggerimento dovrebbe essere quello di non essere in più di 6/8 persone.
Resta un rebus invece la riapertura degli impianti sciistici, con un discorso che dipende anche dalle scelte Ue e potrebbe costringere gli amanti della montagna ad attendere fin dopo l’Epifania.