Bologna, 6 febbraio 2022 - L'ultimo monitoraggio dei dati Covid da parte del Ministero della Salute, conferma il calo dei contagi in Italia, dopo aver raggiunto e oltrepassato il picco nel mese di gennaio. Indice Rt e incidenza (numero di casi positivi ogni 100mila abitanti) erano già in leggera decrescita la settimana scorsa e ora continuano a calare. Il primo da 0.97 a 0.93, la seconda da 1.661 a 1.416.
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Questa tendenza si vede anche nelle valutazioni di rischio conferite a ogni singola regione. Sono 15 le regioni classificate a rischio basso, 3 sono a rischio moderato - tra cui l'Emilia Romagna) - e 3 a rischio alto, a causa dell’impossibilità di valutazione per incompletezza dei dati inviati (vale per Veneto, Abruzzo e Liguria). Eppure c'è una controtendenza: le Marche saranno l'unica regione a entrare in zona arancione da lunedì 7 febbraio. Le Marche raggiungono così Valle d'Aosta, Piemonte, Abruzzo e Sicilia (qui le regole della zona arancione). Il resto d'Italia è prevalentemente giallo, salvo tre regioni che sono ancora bianche: Umbria, Molise e Basilicata.
E questo ha scatenato la rabbia del governatore Acquaroli, che ha postato sul suo profilo facebook un grafico sull'andamento della pandemia da novembre, per evidenziare come all'alto numero di contagi in realtà non corrisponda un altrettanto elevata crescita dei ricoveri.
Dal 7 febbraio, in più, entrano in vigore alcune nuove regole che riguardano soprattutto il Green pass. La novità è che anche chi ha fatto due dosi e successivamente è guarito avrà una certificazione verde senza scadenza al pari di chi ha fatto la terza dose. Il Green pass di chi è guarito prima delle due dosi, invece, durerà sei mesi.
Se è chiaro che i colori cambiano poco ormai in riferimento alle regole e alle restrizioni delle persone (tutto dipende ora dal Green pass), è anche vero però che danno ancora un metro di giudizio sull'occupazione ospedaliera. È questo il dato che interessa di più e che permette di capire come valutare l'aggressività della pandemia. In generale la media italiana vede le terapie intensive occupate al 15% (In discesa dal 17% di una settimana fa) e i reparti covid al 29% (in calo dal 30%). Pur essendo una media, si vede bene come siano dati in linea con la zona gialla. Il calo di incidenza e casi settimanali dovrà di conseguenza portare anche a un calo dei ricoveri.
Vediamo nel dettaglio i parametri covid di Emilia Romagna, Marche e Veneto. Il monitoraggio è il numero 90 e si riferisce alla settimana dal 24 al 30 gennaio. (Qui l'analisi del monitoraggio precedente, il numero 89).
Emilia Romagna
La situazione pandemica nell'ultimo mese è stata altalenante. Gennaio è iniziato con una crescita di contagi, per poi calare e crescere nelle due settimane successive. Il mese però si chiude in positivo, cioè con i casi settimanali che finalmente scendono sotto quota 100mila, da 121.369 a 95.377. E l'altra buona notizia è la decrescita anche dell'incidenza, da 2.730,12 a 2.145,45, con il dato in tempo reale (dei giorni 28 gennaio-3 febbraio) ancora più positivo: 1.886,9. Sono ancora dati molto alti, ma intanto si scende.
Bene anche gli ospedali. Le terapie intensive sono stabili al 17%, i reparti non critici si allontanano dalla soglia arancione, da 29 a 27%. L'indice Rt nelle ultime due settimane era calato, portandosi così dietro l'incidenza. Ma in questo monitoraggio torna a salire, da 0,99 a 1,11. Questo potrebbe voler dire due cose: o si deve ancora stabilizzare, oppure porterà a una ulteriore salita dei contagi. Si propende per il primo caso, anche se la valutazione di rischio è passata da bassa a moderata.
Di sicuro va meglio, qualche spiraglio si vede, ma per uscire da questa ondata ci vuole ancora tempo, senza abbassare la guardia proprio quando il traguardo inizia a vedersi.
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Marche
Già da due settimane segnalavamo il rischio concreto per le Marche di passare in zona arancione. Finora si erano salvate grazie ai reparti non covid che rimanevano sul filo del rasoio. Ora però anche questi hanno superato la soglia d'allerta del 30% di occupazione, così come già le terapie intensive hanno superato il 20% da più di un mese. Dunque i reparti non critici ora sono al 33% (dal 30% di una settimana fa), le terapie intensive al 21%, pur in calo di un punto percentuale.
Con un'incidenza in calo, ma ancora molto alta (2.109,69, contro 2.308,5 del monitoraggio scorso e il dato in tempo reale a 2.128,6) e l'indice Rt che, a differenza della media nazionale, sale da 1,44 a 2,3 la regione non può non cambiare colore. La regole della zona arancione però non modificano quasi di nulla la vita dei vaccinati e di chi ha il Green pass rafforzato. A maggior ragione con gli aggiustamenti alle regole in vigore dal 7 febbraio, si certifica che in zona arancione e rossa gli spostamenti e le attività vietate saranno consentiti a chi ha il super Green pass.
I contagi settimanali, invece, scendono a 31.675 da 34.660 e la valutazione di rischio è 'bassa'.
Veneto
Dopo mesi di dati in crescita, esattamente da metà ottobre, finalmente in Veneto calano sia i casi settimanali, sia l'incidenza. Dopo aver raggiunto il picco di 131.065 contagi settimanali nel monitoraggio scorso, in questo sono 105.613. L'incidenza si è abbassata a 2.176,49 (da 2.701,01), mentre il dato dei giorni 30 gennaio-3 febbraio è di 1.862,9.
Buone notizie insomma, nonostante l'indice Rt salga leggermente da 1,09 a 1,12 e il Veneto sia tra quelle regioni segnalate dal Ministero in cui non è possibile valutare appieno il rischio e la probabilità di diffusione della pandemia per incompletezza dei dati inviati.
I dati Agenas (agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) sull'occupazione ospedaliera però confermano un calo anche lì. Le terapie intensive sono al 13% dell'occupazione (17% una settimana fa) e i reparti non critici sono scesi al 24% dal 26% scorso. Quello degli ospedali veneti è stato il parametro, negli ultimi mesi, che ha permesso alla regione di non raggiungere mai la zona arancione, pur avvicinandola.
Come per l'Emilia Romagna, anche in Veneto i dati sono ancora alti, ma qualcosa comincia a cambiare. Col tempo si noterà quasi sicuramente una generale ripresa.