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Villa Verdi rischia di andare all'asta. Il ministro: "Lo Stato interverrà"

L'amatissima casa di Villanova sull’Arda è chiusa a causa di una partita legale tra gli eredi. Il sottosegretario Sgarbi: "È deciso, la compriamo"

Villanova sull’Arda (Piacenza), 18 novembre 2022 - Salvate Villa Verdi. Tra le campagne emiliane, a cavallo tra Parma e Piacenza, nelle terre dov’è nato uno dei più grandi compositori di sempre, sono racchiusi gioielli dall’immenso valore. La casa dove Giuseppe Verdi è nato è ancora oggi visitabile: un manifesto di autenticità.

Villa Verdi a Sant’Agata di Villanova sull’Arda
Villa Verdi a Sant’Agata di Villanova sull’Arda

Il Teatro Verdi di Busseto, immenso tesoro, è stato appena riaperto. E poi c’è lei: Villa Verdi a Sant’Agata di Villanova sull’Arda. La tenuta comprata da Verdi stesso come casa per i genitori, Carlo e Luigia, è diventata poi più che una dimora per il compositore stesso e la moglie Giuseppina: Verdi l’ha plasmata a propria immagine e somiglianza, ha contribuito in prima persona alla ristrutturazione della casa padronale, ha portato qui i ricordi di una vita. Una casa ‘amatissima’, ora al centro di una partita legale tra gli eredi che ne ha portato alla chiusura permanente dallo scorso 30 ottobre, anche a causa delle condizioni di incuria e degrado in cui verserebbe.

L’eredità

La Corte di cassazione ha stabilito come la casa-museo dovesse essere messa in vendita: una sentenza arrivata dopo anni di contenziosi fra i quattro di Alberto Carrara Verdi, scomparso nel 2001. Uno di questi, Angiolo, ha gestito per anni la villa aperta al pubblico come Casa Museo, prima di annunciare la chiusura definitiva a ottobre. Corsì la Villa è passata nelle mani della magistratura: ora spetta al tribunale di Parma nominare un custode giudiziario e chiarire le modalità di vendita, cioè se attraverso una trattativa diretta o un’asta. E, solo qualora l’asta dovesse andare a buon fine, il governo potrebbe far valere il diritto di prelazione e rilevare la proprietà.

L’appello

Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura, l’ha definita "un luogo di memoria collettiva", a dimostrazione dell’attenzione da parte di Roma. "Interverremo", puntualizza il ministro, che già a inizio novembre aveva organizzato un’ispezione con soprintendenza e carabinieri per controllare lo stato di conservazione della residenza. Alle dichiarazioni di Sangiuliano hanno fatto seguito molte altre reazioni, a partire dal sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi: "La compriamo, la compra lo Stato: abbiamo già deciso" ha tuonato il critico d’arte. "Giuseppe Verdi è come Dante, come Leonardo: è patrimonio non solo italiano, ma del mondo" ha ribadito invece il maestro Riccardo Muti.

Il futuro

Ora tutto dipende dai tempi della giustizia civile. E se, come sembra, si dovesse arrivare alla tanto decantata asta, anche Mauro Felicori (assessore regionale alla Cultura) non ha dubbi: "Faremo valere il diritto di prelazione". "Il pericolo principale ora è che l’asta vada deserta – spiega Felicori –. Perché è un bene importantissimo, ma non molto appetibile dal punto di vista commerciale. Se dovesse esserci un aggiudicatario, la Regione non si sottrarrà dalla propria responsabilità e confido che anche il ministero dia seguito al proprio impegno, ancora più pronunciato, per far valere il diritto di prelazione. Se invece l’asta andasse deserta, bisognerò concordare con la magistratura come esercitare la custodia del bene e la sua riapertura al pubblico. Ma serve anche un piano di valorizzazione delle terre di Verdi nel complesso: l’intero territorio è ricco di perle e va valorizzato".