MARCO SANTANGELO
Cronaca

Viale e la spiegazione semplice sulla Dengue: quando è pericolosa la malattia

Dal focolaio di Fano ai casi in diverse città. Febbre, dolori articolari e cefalea sono i tratti distintivi della patologia virale. L’infettivologo del Sant’Orsola di Bologna sul vaccino: “I possibili candidati potrebbero essere i pazienti che hanno già avuto una prima infezione, per non correre rischi maggiori”

Bologna, 2 ottobre 2024 –  La Dengue sta prendendo piede in Italia: il focolaio di Fano aggiorna i numeri del bollettino nazionale Iss, fino al 24 settembre i casi nel nostro paese erano 500 (nelle Marche si era arrivati a 51), oggi quindi abbiamo superato quota 550. A Bologna si registrano già svariati casi.

Ma cos’è la Dengue? Come si trasmette e quali sono i rischi? Ne abbiamo parlato con l’infettivologo Pierluigi Viale, direttore unità operativa malattie infettive all'ospedale Sant'Orsola di Bologna.

L’infettivologo Pierluigi Viale, direttore unità operativa malattie infettive all'ospedale Sant'Orsola di Bologna
L’infettivologo Pierluigi Viale, direttore unità operativa malattie infettive all'ospedale Sant'Orsola di Bologna

Professore, cos’è la dengue?

“La dengue è una infezione virale che si trasmette attraverso la puntura della zanzara del genere Aedes. Stiamo parlando di una malattia virale diffusa prevalentemente nelle regioni tropicali e subtropicali, ma la situazione sta cambiando”.

In che senso?

"Ad oggi la dengue ha raggiunto anche il bacino del Mediterraneo a partire dallo scorso anno. Nel 2022 infatti ci sono stati due focolai autoctoni in provincia di Milano e a Roma e in questo momento c’è un focolaio autoctono nelle Marche. Significa che qualcuno è rientrato nel nostro paese ammalato di dengue, è stato punto da una zanzara tigre che, seppur non molto efficiente è comunque un idoneo vettore, e ha generato una piccola epidemia. Tenete conto che la dengue faceva circa 500mila casi all’anno nel mondo all’inizio di questo secolo, nel 2020 i casi sono stati 5 milioni”.

Potrebbe c’entrare il cambiamento climatico?

"Certo, c’è un parallelismo tra l’aumento delle infestazioni delle zanzare con successivo aumento di casi di dengue e il riscaldamento del globo terracqueo che è sicuramente un fattore predisponente formidabile, perché più fa caldo e più le zanzare riescono a sopravvivere e questo determina una maggiore presenza di vettori per il virus”.

Quando bisogna preoccuparsi?

"Tendenzialmente è una malattia ad andamento benigno che insorge acutamente con comparsa di febbre, dolori articolari e cefalea. Non c’è possibilità che si trasmetta da uomo a uomo, perché la trasmissione è mediata da vettore: per essere trasmessa è necessario essere punti dalla zanzara idonea a mantenere il ciclo vitale del virus dentro di sé. Ma la dengue è causata da quattro diversi sierotipi di virus e ci può essere una reinfezione sullo stesso soggetto da parte di un altro sierotipo”.

E in questo caso cosa succede?

"Paradossalmente la memoria immunologica della prima infezione non protegge ma fa da trigger per riscontrare poi una malattia più grave. Quindi la seconda infezione da dengue è un’infezione che può generare la cosiddetta dengue emorragica che è una malattia che può avere un decorso acuto e potenzialmente grave”.

Per quanto riguarda il vaccino?

"Sono disponibili due tipologie di vaccino. Si sta aprendo la partita su chi vaccinare per la dengue in un paese come l’Italia dove questa emergenza non sussiste attualmente. I possibili candidati alla vaccinazione potrebbero essere i pazienti che hanno già avuto una prima infezione e non devono reinfettarsi per non correre il rischio di avere una malattia grave”.