Venezia, 3 gennaio 2021 - Crescono i contagiati dal coronavirus in Veneto: oggi sono 265.264 (+3419 nelle ultime 24 ore, ieri +3165). Continuano a salire gli attualmente positivi, che toccano quota 95159 (+1038). Aumenta il numero di deceduti, che oggi sono 6763 (+88 nelle ultime 24 ore, ieri +46). Crescono i guariti: 163342 (+2293).
AGGIORNAMENTO Covid Veneto, il bollettino del 5 gennaio. Boom di contagi e decessi
Il Veneto è ancora la prima regione per numero assoluto di nuovi positivi al coronavirus con 3.419 contagiati, seguita da Emilia-Romagna (1.818), Lombardia (1.709), Lazio (1.681), Sicilia (1.047).
Colori delle regioni: gli aggiornamenti in tempo reale
Ricoveri in aumento
Continuano a crescere i ricoverati negli ospedali: oggi sono 3428 (+36). 3032 sono in area non critica (+40), di cui 2688 positivi (+20) e 344 guariti (+20). Sono 396 le persone ricoverate in terapia intensiva (-4), di cui 365 positive (-7) e 31 negativizzate (+3).
Il bollettino dell'Emilia Romagna: dati Covid del 3 gennaio
Colori delle regioni: cosa cambia dal 7 gennaio
Dopo il vertice riunito dal premier Giuseppe Conte, con il ministro Boccia, i capidelegazione della maggioranza e il Comitato Tecnico Scientifico è emersa l'idea di un 'provvedimento ponte' tra il 7 e il 15 gennaio.
Le proposte sono due: quella di mantenere in vigore le misure vigenti fino al 15 gennaio (arancione nei feriali e rossa nel weekend), data di scadenza dell'ultimo Dpcm, oppure di tornare in zona gialla per il 7 e 8 gennaio, per poi passare alle misure della fascia arancione il weekend del 9 e 10 e, successivamente, sulla base del monitoraggio, assegnare le fasce gialla, arancione o rossa per la settimana seguente. A questo proposito. Le ultime valutazioni accostavano il Veneto, per i parametri considerati, vicino alla zona rossa. Parametri che oltretutto ora potrebbero essere rivisti, in modo restrittivo.
Il nuovo Report dell'Istituto Superiore di Sanità è previsto tra giovedì e venerdì prossimo.
Rientro a scuola in discussione
Capitolo scuola: nelle ultime ore è tornata in primo piano la discussioni, con posizioni diverse, sulla riapertura dal 7 gennaio, con la presenza degli studenti al 50%, la riduzione della durata delle lezioni, gli ingressi scaglionati, il potenziamento del trasporto pubblico locale. Dubbi e critiche sulla riapertura delle scuole, in particolare, oltre che da presidi e insegnanti, arrivano dai presidenti delle Regioni Veneto e Campania, Luca Zaia e Vincenzo De Luca, e dall'assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D'Amato. E proprio in merito al ritorno sui banchi degli studenti delle scuole superiori, oltre che dei ragazzi dell'ultimo anno delle scuole medie, il prossimo 7 gennaio, si registra anche la presa di posizione del presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini. "Io credo - sottolinea - che sarebbe giusto che il Governo nelle prossime ore ci ri-convocasse e insieme prendessimo una decisione in maniera molto laica. Se c'è preoccupazione diffusa nel Paese che questo possa comportare ancora un rischio alla luce dei numeri che ci sono - aggiunge - ci si ritrovi, se ne discuta, così capiamo anche il Governo cosa ritiene. Io credo che nelle prossime ore bisognerà decidere. Noi come Emilia-Romagna, saremmo pronti al ritorno al 75%, e siamo favorevoli come Regione, perché a nostro parere gli studenti delle scuole superiori di questo paese stanno pagando un prezzo altissimo, ma condivido le preoccupazioni dei miei colleghi".
Impianti di sci: sulle piste dal 18 gennaio
Per quanto riguarda, invece, gli impianti sciistici, sabato sera il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha firmato l'ordinanza con cui si differisce la riapertura al 18 gennaio. Nei giorni scorsi, erano state proprio le Regioni e le Province autonome a chiedere un rinvio della riapertura in vista di un allineamento delle linee guida al parere espresso dal Comitato tecnico scientifico: "Il Governo - commentano ora - ha finalmente ascoltato le Regioni e le Province autonome: siamo soddisfatti della decisione del ministro Speranza".
Crisanti: "A giugno metà della popolazione sarà immune"
Gli effetti della vaccinazione si apprezzeranno "quando ci sarà più del 50% della popolazione immunizzata e ci si avvierà così verso la soglia della cosiddetta immunità di gregge". Lo ha detto Andrea Crisanti, microbiologo, in una intervista al Corriere della Sera. "Soglia sulla quale bisogna dire una parola chiara", spiega il professore: "Tutto dipende dall'R0 (il parametro che misura la potenziale trasmissibilita' del virus, ndr). Con un R0 tra il 2,6 e il 3 com'e' oggi, per raggiungerla basterebbe il 70-73% di popolazione immunizzata. Ma esiste la variante inglese che ha un R0 superiore, fra 3,6 e 4, e alza la soglia all'80-85%. Ed è inevitabile che la variante si diffonda, proprio per il suo R0 molto alto". Secondo il professore, per togliere definitivamente la mascherina bisognerà attendere "fine anno".