Rovigo, 9 gennaio 2021 - Un indice Rt da 0,97 (con la media nazionale a 1,03) non ha salvato il Veneto dalla zona arancione (come la vicina Emilia Romagna): per adesso fino al 15 gennaio, giorno nel quale scade il Decreto gennaio. Ma il governo è già al lavoro sul nuovo provvedimento che conterrà certamente ulteriori restrizioni o, per lo meno, la conferma di quelle esistenti: zone covid a colori per prima. Intanto, la nuova zona inizia lunedì 11 gennaio, ma con il fine settimana in arancione (ultimo uguale per tutta Italia) le restrizioni sono in vigore, di fatto, già da oggi.
Nuovo Dpcm: perché il Veneto rischia la zona rossa
9 e 10 gennaio zona arancione: regole. Cosa si può fare oggi - Perché la Lombardia non è finita in zona rossa (e il Veneto è arancione)
Il Veneto - si rileva nel nuovo report settimanale del Ministero - mostra "un tasso di incidenza particolarmente elevato, rispetto al contesto nazionale". In generale, secondo il monitoraggio, nel Paese "l'epidemia si trova in una fase delicata che sembra preludere a un nuovo rapido aumento nel numero di casi nelle prossime settimane, qualora non venissero definite ed implementate rigorosamente misure di mitigazione più stringenti. Questo avverrebbe - si legge nel report - in un contesto di elevata incidenza con una pressione assistenziale ancora elevata". Il Veneto ha due caselle rosse molto importanti: la valutazione di impatto e la classificazione di rischio sono "alte". L'incidenza per 100mila abitanti nelle ultime due settimane è a 927.36, ben sopra la media nazionale. Tutto questo a una settimana dal via ufficiale (sempre che venga confermato) della stagione sciistica, che è stata fissata per lunedì 18 gennaio. Le vittime hanno sfondato quota 7mila, attualmente ci sono oltre 90mila positivi.
La lettera a Conte: "Subito certezze sui ristori"
Dopo l'annunciato passaggio in arancione, le regioni interessate, fra cui Emilia Romagna e Veneto scrivono al premier Conte chiedendo certenzze immediate sui ristori. ''Alla luce di questa situazione di profondissima crisi in cui si dibattono migliaia e migliaia di imprese dei nostri territori, siamo pertanto con la presente a chiedere che il Governo ci fornisca doverose e puntuali rassicurazioni circa un'immediata messa in campo di ristori e della loro quantificazione, onde evitare ulteriori penalizzazioni a queste categorie e affinché venga scongiurato il rischio, assai concreto, che interi comparti vengano definitivamente cancellati dalla geografia economica delle nostre Regioni''. Con queste parole si conclude la lettera che, oggi, il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, ha inviato, assieme al collega Bonaccini e a quelli di Calabria, Lombardia, Sicilia, al presidente del Consiglio e ai ministri della Salute, dell'Economia e Finanze, per gli Affari regionali e Autonomie, per i Rapporti con il Parlamento.
Covid Veneto: il bollettino del 9 gennaio
Lieve calo dei nuovi contagiati dal coronavirus in Veneto: oggi sono 3.100 mentre ieri erano 3.388, il totale sale a 28.3819. Continuano a calare gli attualmente positivi, che scendono a quota 89.451 (-1500). Le vittime registrate oggi sono 82 mentre ieri erano 106, il totale sale a 7345. Crescono i guariti: 187023 (+4518). Diminuiscono i ricoverati negli ospedali: oggi sono 3329 (-16). 2949 sono in area non critica (-9), di cui 2540 positivi (-9) e 409 guariti (dato stabile). Sono 380 le persone ricoverate in terapia intensiva (-7), di cui 349 positive (-8) e 31 negativizzate (+1).
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Zaia e la zona arancione
"Prendiamo atto di questa nuova classificazione - ha sottolineato il presidente -, che viene in un momento non facile per il Veneto, così come per l'Italia, l'Europa e il Mondo, messi a dura prova in queste ore. Dobbiamo anche porre molta attenzione a quanto ci dice la lettura dei dati da parte della comunità scientifica, e cioè che noi siamo due settimane in ritardo rispetto alla terza ondata che sta interessando Germania, Inghilterra e tutta l'Europa". Zaia ha poi rivolto un ulteriore appello al governo perché eroghi subito i ristori per le attività colpite da questa nuova ondata di chiusure.
Vaccini covid in Veneto
Intanto, anche in Veneto prosegue la campagna vaccinale. Se l'Emilia Romagna parte da lunedì con sessioni serali fino alle 22, il presidente Luca Zaia immagina ambulatori aperti 24 ore su 24. "Giovedì sono arrivate altre 48.520 nuove dosi di vaccino, un quarto è già stato somministrato ieri, la macchina regionale funziona a pieno ritmo. Da ora in poi con le prossime partite di vaccini in arrivo ne accantoneremo una parte che ci servirà per i richiami. Fino ad oggi, invece, abbiamo dato una copertura anticorpale a più persone possibile. Ma con i numeri previsti per il Veneto i vaccini possiamo arrivare a 7-8 mila al giorno ed in una settimana li finiamo tutti. Certo è - prosegue Zaia - che dovesse sbloccarsi la partita di Astrazeneca lo scenario cambierebbe decisamente: avremo tanti vaccini e faremo così sessioni H24 anche con i medici di base per vaccinare il più possibile. Questo accadrà quando avremo dosi sufficienti e un vaccino che non necessita di una catena del freddo complicata".
Veneto in zona arancione: cosa si può fare
Negozi I negozi resteranno tutti aperti, alimentari e non. Operativi anche parruchieri e centri estetici. All'interno del proprio comune ci si può spostare liberamente per fare acquisti, si può andare anche nel territorio vicino “nel caso in cui presenti una disponibilità, anche in termini di maggiore convenienza economica” che nel proprio comune non si trova.
Bar e ristoranti Aperti soltanto per asporto e consegne a casa. Si può andare nei locali degli esercizi pubblici, che sono aperti fino alle 18, soltano il tempo necessario per ritirare quello che si è ordinato. Dalle 5 alle 22 si può consumare in strada, all'aperto, ma sempre rispettando rigorosamente il distanziamento. L'asporto è consentito fino alle 18, a quell'oraio se seracinesche vengono abbassate. Per il delivery o consegna a domicilio non c'è invece limite d'orario.
La scuola Secondo quanto stabilito dalla ministra Azzolina, le lezioni in presenza per il 50% degli studenti superiori dovrebbero ricominciare lunedì 11 gennaio. Ma nel regime di zona arancione è prevista la Dad (didattica a distanza) per tutti i ragazzi. Anche le lezioni universitarie proseguono a distanza. Andranno regolarmente in aula gli alunni di materne, elementari e medie.
Gli spostamenti Il punto di base resta il controfuoco dalle 22 alle 5 del mattino e che, nelle zone arancione, non si può uscire dal proprio comune nemmeno per le visite a parenti e amici in due persone: si può però raggiungere la propria seconda casa in regione. Ma all'interno di questi confine ci si potrà muovere liberamente. Resta che si può andare a trovare una persona non autosufficiente, andare a trovare o a prendere i propri figli dall'altro genitore, in caso di seprazione o divorzio, anche fuori regione. Consentito uscire dai comuni con meno di 5mila abitandi, ma non verso il capoluogo.
Sport Chiuse palestre e piscine, è però consentito uscire per passeggiare o fare attività motoria senza limitazioni se non l'orario (dalle 5 alle 22) e il confine comunale. È possibile raggiungere parchi e giardini pubblici all’interno del proprio comune o, in assenza di questi, quelli in un comune limitrofo più vicini a casa. Ci si può muovere in biciletta. Caccia e pesca sono consentiti solo nel proprio comune. Vietati tutti gli sport da contatto, anche all'aperto. Vietata la presenza di pubblico in stadi e palazzi dello sport.
In auto Le persone non conviventi possono salire sulla stessa auto in un massimo di tre persone: il guidatore e fino a due passeggeri sul sedile posteriore. Tutti devono portare la mascherina.
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