"Ad oggi monitoraggio, tamponi, individuare e isolare i positivi sono gli strumenti più importanti. In questo momento non si pensa a un'iniziativa più impattante. Speriamo che i numeri restino bassi, oggi abbiamo un numero di contagi basso, a differenza degli altri lunedì non c'era calca o affollamento negli ospedali. - continua il Presidente della Regione -. Restiamo in allerta ma non c'è alcuna situazione con un impatto tale da farci scegliere la zona rossa. Ma - ha sottolineato - se la situazione dovesse evolvere in maniera pesante, rischiando di far precipitare intere province, o l'intera regione, in situazioni spiacevoli, le cose potrebbero cambiare".
I confini verso l'Umbria preoccupano. Tanto che raddoppiano gli attualmente positivi al covid a Sassoferrato e si decide di chiudere, alla didattica in presenza, il locale istituto scolastico comprensivo frequentato da oltre 400 studenti. Un provvedimento che vale da oggi e fino al prossimo 22 febbraio. Negli ultimi sette giorni, sono stati registrati a Sassoferrato 33 tamponi positivi in più. I casi dall'inizio della pandemia di Covid-19 sono 208: 64 attualmente positivi, 138 guariti e 6 decessi. A questi si aggiungono 208 persone sottoposte a quarantena fiduciaria.
Colori regioni a febbraio: cosa può succedere - Nuovo Dpcm, ultime notizie. Cosa sappiamo
Varianti Covid: quali sono
Più in generale sono tre le varianti scoperte nell'ultimo periodo che hanno destato non pochi timori da parte della comunità scientifica. Sono le varianti inglese, sudafricana e brasiliana, contro le quali si sta cercando di capire quali vaccini possono funzionare o meno. La variante inglese che si chiama B.1.1.7 si è diffusa da novembre in poi dal sud-est dell'Inghilterra. I primi dati indicano che probabilmente è più contagiosa, ma non più virulenta. E sembra possa essere neutralizzata dagli attuali vaccini anti-Covid. Dai primi studi infatti emerge che i vaccini Pfizer, Moderna e Astrazeneca funzionino contro questa variante.
La variante brasiliana che si chiama B.1.1.28 è già stata riscontrata anche in Umbria, la caratteristica maggiore sarebbe quella di far evidenziare casi di reinfezione, come accaduto a un'infermiera di 45 anni, che si è ri-ammalata con questa nuova variante cinque mesi dopo essersi ripresa dall'infezione di un ceppo più vecchio. Nella seconda i sintomi sarebbero peggiorati, con proccupazioni ulteriori per la modifica della proteina spike in modo che la renderebbero meno riconoscibile dal sistema immunitario. Ancora da verificare la protezione dai vaccini.
Terza versione è quella sudafricana. E' la " 501.V2" di Sars-CoV-2, individuata i primi di ottobre. Pare abbia iniziato a dominare molto rapidamente in Sud Africa. A metà novembre, rappresentava il 90% dei genomi sequenziati dagli scienziati sudafricani. I dati genomici ed epidemiologici suggeriscono che, come per la variante inglese, anche questa sudafricana sia più contagiosa ma non più pericolosa. Nel complesso la variante conta 21 mutazioni, nove delle quali concentrate nella spike. I vaccini attualmente disponibili sembrano perdere di efficacia contro questa variante (è di ieri l'annuncio in tal senso di AstraZeneca), tranne quello prodotto da Moderna.
Mentre il vaccino Pfizer-BioNTech contro Covid-19 è in grado di resistere almeno a due diverse varianti. Lo dimostra uno studio, condotto su un gruppo di 20 pazienti vaccinati realizzato da un team di ricercatori della University of Texas di Galveston.